Rassegna storica del Risorgimento

PRALORMO, CARLO GIUSEPPE BERAUDO DI ; MILANO ; GUERRA 1848-1849
anno <1920>   pagina <46>
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A. PONZA DI 8. MARTINO
non sulle basi di una somma ohe si avvicinasse a quella da lui proposta, il Dabormida non credette opportuno nemmeno questa volta di pale­sare la cifra che il De Launay gli aveva comunicato : egli si limitò a far presente al plenipotenziario austriaco l'esagerazione della Ri­chiesta, e questi, per tutta risposta, ricordò che l'occupazione di Ales­sandria era soltanto sospesa. Contemporaneamente rimetteva al Da­bormida un primo progetto di trattato (15 aprile nel quale si confer­mavano le pretese finanziarie già accennate e si attribuiva esplicitamente all'Austria la tutela degli interessi dei Duchi di Modena e di Parma. Si imponeva inoltre lo scioglimento della Consulta lombarda di Torino, con cessazione del pagamento a Venezia della sovvenzione mensile di 600 mila lire; mentre per contro non si accennava ad alcuna amnistia, si decidevano a favore dell'Austria tutte le-questioni del canale di ravellona, del sale, dèi vini, ecc., s'imponeva lo sgombero di Men­tono e Boccabruna, e si obbligavano le autorità marittime dei porti sardi a esercitare una stretta sorveglianza sulle navi sospette prove­nienti da stati austriaci.
Tali proposte parvero inaccettabili al Ministero sardo che decise allora di tentare ancora una volta di indurre la Francia e l'Inghilterra ad interporre i loro buoni uffici, e mentre di questa decisione informava i delegati di Milano, li incaricava di comunicare al De Bruck che di fronte a pretese così eccessive si riteneva inutile presentare un contro­progetto (18 aprile).
La risposta del delegato austriaco assunse tono quasi di minaccia : l'Austria non era disposta ad accettare mediazioni, è poiché il Pie­monte si dimostrava intrattabile, egli sarebbe ripartito per Vienna, incaricando Badotsky di far occupare Alessandria.
Il Dabormida più che mai impressionato della piega che prende­vano i negoziati, corse da Badetzky, il quale lo consigliò a sollecitare dal proprio Governo un controprogetto ohe, se non altro, avrebbe ser­vito a guadagnar tempo ; ma il De Bruck sopraggiunto, udito di che si trattava, dichiarò di aver pronunziato la sua ultima parola (1).
I delegati sardi però non si diedero per vinti, e in via confidenziale comunicarono finalmente al De Bruck la cifra di 30 milioni, pre­gandolo di far loro conoscere se la presentazione di un contropro­getto avrebbe avuto virtù di ristabilire il corso interrotto delle trat­tative.
(1) Dispaccio Dabonoida-De Launay 19 aprile.