Rassegna storica del Risorgimento
PRALORMO, CARLO GIUSEPPE BERAUDO DI ; MILANO ; GUERRA 1848-1849
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1920
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H. CONTE DI PBAfcOKMO B LA PACE DI SOLANO 51
d'oltre Alpé*3pBTpiù benigne davano i rivoltosi completamente padroni della piazza, il palazzo reale Baccheggiato", le principali notabilità del regime dèlia restaurazione in fuga o massacrate.
Si brattava di-dichiararsi per il Re o per la Rivoluzione; dall'orientamento di quel minuto dipendeva tutto l'avvenire.
Il Pralormo non esitò un momento. In mancanza di ordini agì di mMativa. 3?ece pervenire al governo francese assicurazione che le voci messe in circolazione erano false e che l'ordine era già ristabilito in Piemonte ; lo interessò perchè, per la parte di. uà. competenza, provvedesse a ristabilire le comunicazioni e a smentire le notizie allarmanti ; nello stesso tempo si collegava per posta col rappresentante'sardo presso il governo Svizzero, e rassicurava i connazionali circa l'entità e le conseguenze del moto rivoluzionario.
Insomma, per merito suo, la ripercussione all'estero dei torbidi interni fu contenuta entro i limiti più ristretti possibili, con vantaggio sommo del paese sotto ogni aspetto.
Chi dimostrò più di ogni altro di apprezzare la condotta del Pralormo nelle circostanze ora dette, fu il nuovo Be, Carlo Felice, il quale pose gli occhi su di lui per una delicatissima missione presso la corte di "Vienna.
Si trattava di escludere Carlo Alberto dalla successione al trono, in seguito alla parte, non bene accertata dallo stesso Be, che il principe aveva avuto nei moti del '21. Tale esclusione poteva essere decretata da Carlo l'èlice, perchè ciò rientrava nei suoi diritti sovrani; ma conscio della gravità di un simile provvedimento, egli desiderava ottenere ad esso preventiva sanzione dai sovrani alleati.
Perciò nominava ambasciatore a Vienna il Pralormo con incarico di chiedere al Mettermeli che gli tósse data visione degli atti del processo Gonfalonieri,, nei quali si sperava di trovare la prova della partecipazione di Carlo Alberto alla rivoluzione, e in ogni modo per indurre l'arbitro della situazione europea a dichiararsi favorevole alTesclo-sione dal trono del giovane OarignanO.
Pralormo afferrò subito tutta la gravità della missione ohe ÉÈMVO-leva affidargli ; rappresentò gli feeojavemeuti di ogni specie che la determinazione presa dal Be comportava; pregò che lo si esimesse dall'onore di una simile ambasciata.
Carlo Felice, l'ottimo Be assolato, si stupì, e forse si sdegnò non poco, M incontrare tale resistenza ; e pensò poterne aver facilmente ragione erigendosi in tutta k maestà, regale, con quell'aspetto altero, con quel tono glaciale e quelle espressioni di comando che egli ben sa-