Rassegna storica del Risorgimento

CONFALONIERI FEDERICO; PO NAVIGAZIONE 1820; PORRO LAMBERTENGHI
anno <1972>   pagina <524>
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Paolo Bernardelli
Visconti, e l'assenza del terzo, il Porro, che era riuscito a metterti in salvo allattiti MIO momento, non poteva certo prosperare. D'altra parte in quei giorni anche chi era incaricato di seguire gli interessi di costoro- doveva essere preso da ben altre preoccupazioni che da quella di occuparsi della navigazione dell'/sTÙfono. Ma i considerevoli investimenti, fatti per avviare questa iniziativa, che rischiavano di andar completamente perduti per l'interruzione dell'attività, dovettero impen­sierire i proprietari del battello; assistiamo quindi a partire dal 1822 ad una serie di tentativi volti a risolvere alla meno peggio la difficile questione. Ve­dremo pure che il governo austriaco, nonostante i precedenti a carico dei titolari della società, non assunse neppure in quell'occasione un atteggiamento ostile, ma trattò la società del battello a vapore con l'imparzialità, tutta burocratica, che le era consueta.
Nell'agosto di quell'anno Antonio Mantegazza, procuratore del conte Porro, Teresa Gasati Confalonieri e Vittoria Gherardini Visconti per conto dei rispet­tivi mariti, si rivolgevano al barone -di Stani per ottenere la proroga di un anno del privilegio quindicinale scaduto per inattività, nella lusinga essi affer­mavano di poter entro un anno far uso del Sovrano privilegio col rimettere in attività il battello a vapore per la navigazione delle acque del Regno Lom­bardo-Veneto . ')
La supplica riconosceva che i motivi dell'interruzione di quel primo ten­tativo di navigazione a vapore andavano ricercati principalmente nell'inade­guatezza del battello per il servizio che doveva assolvere. Scrivevano infatti i postulanti: Nonostante la premura de* predetti Soci luminosamente dimo­strata nei procurare tutti i mezzi più sicuri per un felice esito delle opere, e nello spendere rilevantissime somme (sino a quel momento 130.000 lire) fu forza di sospendere la navigazione sul Po, imperocché sono incorsi alcuni difetti nella primitiva costruzione del battello, ma tali difetti sono correggibili ed anzi l'esperienza ha dimostrato che non è difficile il riparo, ed il perfeziona­mento riesce ancor più facile dacché essendo stato il primo battello sommerso bisogna ricostruirlo ,2)
Con altrettanta chiarezza, però, si dichiarava che altra causa era stata la legislazione doganale dei vari Stati confinanti con fl. Po, che non avevano aderito all'invito, appoggiato come abbiamo visto dallo stesso governo austriaco, di moderare se non addirittura di eliminare le tasse di navigazione.
Forte dell'esperienza passata, la società aveva quindi intenzione di far co­struire un nuovo battello, che possedesse tutti i requisiti necessari per riatti vare la navigazione a vapore nella maniera più consona.
Quasi un anno doveva passare prima che giungesse la risposta da Vienna; il 15 luglio del 1823 il barone di Stahl scriveva al conte Strassoldo per informarlo cbe l'imperatore aveva accettato il ricorso ed accordato ai postulanti la proroga richiesta. ... Ho l'onore di partecipare alTE.V. che S.M. sopra proposizione di questa Commissione (la Commissione Àulica di Commercio in Vienna) si è de­gnata di dichiarare ancora in vigore il privilegio accordato al conte Lamberten-ghi, ora fuggito, per costruire una barca a vapore sul fiume Po e di prolungare sino alla fine di sett. anno corso il permesso, acciò il procuratore del conte ed
') Supplica al barone di Stahl dell'agosto 1822, in Archivia Stato Milano, cit. 2) Ibidem.