Rassegna storica del Risorgimento
CONFALONIERI FEDERICO; PO NAVIGAZIONE 1820; PORRO LAMBERTENGHI
anno
<
1972
>
pagina
<
528
>
528
Paolo Bernurdelli
libertà e l'indipendènza. Valga tra i molti citare il Tiraroni: I malcontenti rac-coglievansi nelle sale del conte Gattinara e del conte Gonfalonieri, e la federa-rione italiana si mascherava sotto i pretesti di una distilleria d'aceto, d'un bai-tello a vapore, deU'illuminazione a gas, del Conciliatore romantico .*>
Questa interpretazione non ci lascia tuttavia convinti, poiché se mette in evidenza ed esalta Io spirito carico di idealità di questo ristretto gruppo di aristocratici liberali, trascura un altro aspetto altrettanto importante e cioè lo spirito imprenditoriale che andava prendendo piede ed affermandosi tra di loro. Sono indubbie l'attrazione e l'influenza che esercitò su questa gioventù insofferente ed irrequieta l'esempio di altre nazioni industrialmente più progredite, quali l'Inghilterra e la Francia. Negata ogni forma di partecipazione al governo, questi aristocratici, con a disposizione ingenti patrimoni, si dedicarono ad importare nel loro paese quei nuovi sistemi di lavoro che avevano rivo* luzionato l'economia di altri Stati. Certo coll'intenzione di giovare al progresso economico del Lombardo-Veneto, ma principalmente nella speranza di ottenere ampia remunerazione ai forti investimenti effettuati. Operando in tal modo, essi si inserivano nella corrente della più pura tradizione riformista, che proprio in Lombardia nel secolo XVIII aveva avuto fautori ed attuazione. A questo tipo di riformismo illuministico, così ricco di realizzazioni concrete, essi apportarono tuttavia qualcosa di nuovo v l'entusiasmo romantico che spingeva anche a tentare imprese dalla riuscita incerta come ad esempio proprio la navigazione fluviale a vapore.
Trascurando invece l'aspetto propriamente speculativo, gli storici vollero interpretare il tentativo dell'Eridono come un alto volto ad allacciare, sotto il pretesto degli scambi commerciali, una rete di legami tra la popolazione lombarda e quella veneta; il battello avrebbe potuto così divenire un comodo ed insospettato strumento di affiliazione alla setta dei Confederati. Scrisse ad esempio il Cusani: Il più agevole trasporto fluviale di merci era un pretesto; colla navigazione a vapore tendevasi a riavvicinare Lombardi e Veneti affinché meglio conoscendosi agissero concordi quando l'occasione si fosse presentata.2) Ed ancora il Rosi nel Dizionario del Risorgimento nazionale: All'anno successivo (1820) risale l'inizio della navigazione padana a vapore, per concessione fatta dal governo medesimo al patrizio milanese Luigi Porro Lambertengbi che, col pretesto dell'utilità commerciale, si proponeva un segreto scopo politico di propaganda carbonara .3)
L'esame dettagliato di questa iniziativa, che ha posto in luce la cura e gli sforzi, compiuti dagli imprenditori perché avesse una valida riuscita economica, ci porta a dissentire da una simile interpretazione. Anche se l'aspetto politico può essere stato preso in considerazione quando fu deciso d'introdurre la navigazione a vapore nel regno Lombardo-Veneto, è fuor di dubbio che il movente primo fu d'indole speculativa. Ce lo conferma anche il Confalonieri in una sua lettera a Gino Capponi ; Il battello a vapore, in mezzo alle contrarietà di dogane e di pregiudizi, naviga periodicamente quattro volte il mese fra Mantova e Venezia con considerevole vantaggio commerciale e qualche van-
') C. TivABOin, L'Italia sotto il dominio austriaco, Torino, 1892, Tomo I, p. 356, ?) F. CUSANI, Storia di Milano dall'origine ai giorni nostri, Milano, 1873, voi. Vili, p. 20.
*) M. Rosi nella voce: Navigazione interna nel Risorgimento italiano, in Dizionario del Risorgimento Nazionale, voi. I, I fatti, Milano, 1932.