Rassegna storica del Risorgimento

CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
anno <1972>   pagina <532>
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532 Giuseppe Mvnsagrati
Gabussi1) e il Pianciani.2* Ce inoltre da dire che tra gli stessi conservatori seT da una parte* lo Spada, al quale nel coreo della sua lunga trattazione capita di citare pia di una volta il nome di Alessandro Calandrella non pronunzia alcun giudizio in merito all'uomo e non fa mai menzione delle colpe che gli furono addebitate,3) dall'altra, il Balleydier, in uno dei pochi luoghi in cui parla del* l'ex-ministro della Guerra, gli attribuisce un'iniziativa che, pur se intesa a gio­vare a quella Repubblica che il pubblicista francese esecrava, poteva essere con­siderata come una testimonianza a favore della levatura morale dell'uomo che Paveva presa. *> A muovere delle accuse precise all'operato di Calandrelli fu
') G. GABUSSI, Memorie por servire alla storia della rivoluzione degli Stati Ro­mani, 3 volt, Genova, 1851-1852, IU, p. 50: iJ nome di Calandrelli, scrive il Gabussi, rammenta oggi a noi la severa virtù di un antico romano, la nequizia del restauralo Governo, la fermezza dei martiri . La virtù defl* antico romano traspare anche dalle parole che nelle sue Memorie su la Repubblica Romana, n cura di G, NATALI, in Bollettino del Museo del Risorgimento. Bologna, a. II (1957), p. 81, gli attribuisce il bo­lognese Savino Savini nell'imminenza dell'ingresso dei Francesi in Roma. Narra dunque il Savini che mentre Aurelio Saliceti non riusciva a colare i suoi timori, un no disse il Calandrelli, "essi devono trovarci sulla nostra sedia, non dobbiamo muoverci da crai " .
2) [L. PIANCIANII, La Rome des Papes. Son origine, ses phases successives, ses moeurs intimes, son gouvernement, snn système administratif. Par un ancien membre de la Consti mante romaine. Traductian de tonvrage italien inédit, 3 voli., Basilea-Londra, 1859, m, pp. 295-308. La versione del Pianciani, che più avanti avremo modo di menzionare ampiamente, fu ripresa in seguito da L. Zuw, Storia d'Italia dal 1850 al 1866 continuata da quella di Giuseppe La Farina, 2 votH. in 3, Milano, 1875, I, parte I, pp. 337-343, e, in maniera più ridotta e senza far rinvio all'originale, da G. LETI, Homo e lo Stato Pontificio dal 1849 al 1870. Note di storia politica, 2 voU., Roma, 1909, I, pp. 179-18L Parole di caldissimo elogio ha per CakndreUi anche BIACIO MIHA-CLIA DA STRONCOM, Storia della rivoluzione romana, Genova, 1851, parte V, Roma dopo la Repubblica, p. 126: se i preti giudicassero in faccia al sole, il trionfo del Calan­drelli sarebbe un secondo trionfo della nostra Repubblica dopo anello di Enrico Cer-mischi, una seconda luminosa sconfitta ai nostri calunniatori; ma preti non giudi­cheranno mai Calandrelli,' temerebbero di farlo anche nel buio de' lor segreti; e così la gloriosa incontaminata vittima gemerà in segreta prigione fino al dì del riscatto .
3) G. SPADA, Storia della rivoluzione di Roma e della restaurazione del Governo Pontificio dal V giugno '46 al 15 luglio '49, 3 voU Firenze, 1868-1869. Nel III volume l'autore dedica alcune pagine alla descrizione delle ruberie che i repubblicani avreb­bero compiuto, neDa citta assediata dai Francesi, nei primi giorni di maggio (pp. 452-456), ma in questo come in altri passi consimili il nome di Alessandro Calandrelli non compare mai.
4) A. BALU5VDIEB, Storia della Rivoluzione di Roma, Quadro religioso, politico e militare degli anni 1846, 1847, 1848, 1849, 1850 in Italia. Prima versione italiana-, di Frane. Giuntmi, Napoli, 1852, p. 237, Nel medesimo tempo [kneio del marzo 1849], CalandreUL interinalmente ministro della guerra, volendo porre un termine aUo spirito di usura che ai era infiltrato in seno doUo esercito, pubblicò un curioso ordine del giorno. Dopo essersi legnato che in parecchi corpi dell'esercito romano, alcuni api e soldati cercavano pretesto per realizzare a scapito i buoni del tesoro, diceva Nei tempi di crisi e di pericolo, è dovere di ciascun cittadino cooperare con sacrifizi alla salute della patria; ma questo dovere è anche pia imperioso in coloro cui Incremento del paese procurò incremento di fortuna e di onore. Qualche pagina più sopra il Balleydier, ricordando i deputati eletti a Roma, aveva per altro incluso il nome di Alessandro CalandreUi tra quelli da lui definiti come espressione la più inoltrata della rivoluzione (p. 207).