Rassegna storica del Risorgimento

CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
anno <1972>   pagina <536>
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536 Giuseppe Momtagraii
alla bisogna e scegliendo gli uomini più adatti a farli funzionare." Essendo questi gli antecedenti, l'amnistia concessa da Pio IX il 18 settembre difficilmente avrebbe potuto essere concepita in termini diversi senza rischiare di snaturare tutta Tazione della Commissione di governo. Pure, molti furono sorpresi dalla severità del documento papale; e moderati e democratici, delusi i primi nelle proprie aspettative, rafforzati i secondi nella convinzione he con lo Stato pontifi­cio non fosse possibile cercare un modus vivendi e che ogni concessione di tregua ai risolvesse alla fin fine in una forma di collaborazione, espressero le loro eri* tiche con parole quasi identiche, perché se il Farina, scrivendo al Galeotti, soste­neva: ... non si trova nell'istoria delle amnistie un documento da porsi a rag­guaglio di questo, che solo per derisione può prenderne il nome. Fate ragione dei termini, e vedrete che nessuno è amnistiato: che quelli che non vanno in esigilo o in carcere rimangono sotto il tribolo della Censura, o della Commis­sione inquirente,2* Mazzini, dal canto suo. nella lettera indirizzata da Londra A Luigi Napoleone nel dicembre del 1850, affermava risolutamente: La libertà di Roma è un'amnistia che esclude i membri del Governo provvisorio, il trium­virato, i componenti i ministeri, i rappresentanti del popolo, i presidi delle Provincie, i capi dei corpi militari, gli amnistiati del 1848 colpevoli d'una parte qualunque alla rivoluzione e ch'ebbe per conseguenza immediata una nuova emigrazione... . ??
In questa situazione i Francesi, forse proprio perché facevano... del loro meglio per tenere una linea di equilibrio tra le necessità della restaurazione papale e le esigenze della difesa della libertà individuale ,4) si trovarono espor
1) L'8 agosto Domenico Sa velli era nominato ministro degli Interni e di Poli* zia; il 4 agosto era stato istituito un Consiglio centrale di censura al quale era fatto compito di esaminare les qiialìiés et lu conduite de tons dee employés dee diverses administirations qui se seraient rendu paseiblès de quelqne pcine durant les demiers boulevcrsementB politiques . (Lettres cdt.T p. 102).
2) Citato da A. M. GHISAXJHSRTI, Una restauratone reazionaria e imperita CÌL, p. 143. Sull'amnistìa e sulle reazioni da essa provocate si veda, dello stesso autore, Roma da Manzini a Pio TX. Ricerche sulla restaurazione papale del 1849-50, Milano, 1958, p. X64 sgg.
3) G. MAZZINI, Scrìtti editi e inediti, Imola, 190643, XUIL pp. 329-330. A giudizio dì N. BIANCHI, Storia della diplomazia europea in Italia dall'anno 1814 all'anno 1861, 8 voli., Torino-Napoli, 1865-1872, VI, p. 271, l'amnistia in realtà fu una proscrizione senza giustizia e carità . In seguito, ned dare a Luigi Napoleone una spiegazione dei motivi che lo avevano indotto a concedere una amnistia sostanzialmente restrittiva, Pio IX calcherà la mano dipingendo a fosche tìnte la situazione della capitale del suo Stato e parlando di molte centinaia di vittime... cadute sotto il pugnale dell'as­sassino , furti , distruzioni vandaliche e sacrileghe (v. Le Relazioni fra lo Stato pontificio e la Franata ckn p. 444) : da ciò la sua determinazione a perseguire inflessi­bilmente i colpevoli e a respingere l'invito, rivoltogli da Luigi Napoleone, a elargire un pardon generane (ivi, p. 443).
4); .A. M. GIHSALBERTI, Roma da Mazzini a Pio IX cit., p. 58. Il democratico Ga-hussì {op- ciu. III, p. 495 sgg) ebbe invece a criticare l'amministrazione francese finché Omlinn!. da lui giudicato troppo arrendevole nei confronti del Papa, mantenne il co­mando della spedizione; partito Oudmot, non ebbe difficoltà ad ammettere che i Francesi, ebbene in apparenza lasciassero libera l'azione al pontificale Governo, non permettevano però che eangue, e non di veri colpevoli si versasse; arresti in massa non concedevano; di alcuni imprigionati favorivano la fuga; diversi elio designati erano al Carcere dai triumviri istigavano ad andarsene, infine mitìssime pene pronunciavano