Rassegna storica del Risorgimento

CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
anno <1972>   pagina <537>
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Il caso Calandrelli
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sii ad un fuoco incrociato di critiche e di accuse che non lasciava molte vie di scampo: Les rouges nous accusent de coni pliche avec le nouveau gouverne-meni dans tous les actes de ita politique réactionnaire: les rwirs di seni portoni que nona somme d'aerord avec le Pape et que notre opposition n'esl ri u'une apparcnce pour calmer l'opinion en France. Ces deux partis a*accordent donc pour nona mei tre de moilié dans la politique retrograde du gouvernement. les rouges polir nous en fai re un crime, les nuirs pour nous coni proni et tre . n All'atto pratico dunque la restaurazione pontificia vedeva a Roma tre o quattro tendenze, da quella reazionaria che pretendeva la rapida espulsione degli ex-deputati atra nieri nel mentre si riservava di perseguire gli esponenti romani, magari accu­sandoli di reati comuni, a quella dei deputati stessi, che invece cercavano di rinviare al massimo questa espulsione nella speranza di creare imbarazzo alle autorità francesi,2) le quali alla lor volta, se erano fermamente intenzionate a non avallare le proscrizioni politiche volute dalla Commissione di Governo,3) d'altro canto non potevano permettersi il lusso di puntare eccessivamente i piedi per non rischiare di spostare verso l'Austria il baricentro della situazione dello Stato pontificio.4) Sullo sfondo, una popolazione maltrattala e delusa che stem­perava i suoi umori ribelli in un lungo, sanguinoso succedersi di sorde vendette prive di ogni costrutto.5)
Nel braccio di ferro iniziato tra Commissione di governo e autorità fran­cesi, a mollare per primi furono proprio queste ultime. E ciò è anche logico, dal momento che mentre i cardinali sapevano con precisione quello che dove­vano fare e quello che a Gaeta ci si aspettava da loro, cioè, per dirla con le parole che Nicomede Bianchi attribuisce a Pio IX, che l'atmosfera fosse purgata,6'
nei reati contro la sicurezza pubblica, alla loro giurisdizione assoggettali appunto all'intendi mento di evitare i patiboli e le imi tu ne condanne che i tribunali pontifici avrebbero senza meno pronunciato (ivi, p. 509). i) Lettres cit, p. 50.
2) Ibidem, p. 39, n. 2.
3) CH.-H. POUTIIAS, Un obsérvatéur cit.. p. 420: Dès qu'il volt la tournure que prerment les eboses, Tocqueville enjoint le 19 aoùt de faire comprendre que la France ne peut a dm et tre la responf abilité des actes des reprcsentants dn Pape .
4) Il FAHINI (op. ciu, IV, p. 269) parla di una azione dei diplomataci francesi condizionata dalla necessità di impedire che il Papa si alienasse intieramente dalla Francia- e che la corte lo trascinasse in mezzo agli Austriaci, dei quali era innamorata. Questa timori sono ripetuta mente confermati dai dispacci del Collier si vedano quelli del 4 e del 30 settembre e del 3 ottobre nei quali si coglie perfettamente la preoccupazione che 0 Papa scelga gli Austriaci a garanti della propria libertà. Vedi antiche CH.-H. POUTHAS, Un observateur cit., p. 420 e A. M. GHISALBERTI. Roma da Mazzini a Pio TX cit., p. 160.
Sì La verità e che nei bassifondi della ritta era rimasto tale un lievito di odii contro il governo pontificio e contro i suoi partigiani, che non si penava a cercare chi, per suggestione, si prestasse a compiere un assassinio : questa la spiegazione che dà del fenomeno R. DE CESARE, Roma e lo Stato tìel Papa dal ritorno di Pio IX al XX settembre, 2 voli- Roma, 1907, I, p. 29.
6) N. BIANCHI, op. cit., VI, p. 270, pubblica una lettera, scritta de Gaeta il 9 lu­glio e indirizzata a Leopoldo II, in cui Pio IX cosi si confidava : L'ingresso delle truppe francesi ha fatto respirare d buoni, benché per le dure circostanze dei tempi questo respiro e ancora compresso, e manca di quella libertà che solo è prodotta da un'atmosfera purgata . Espressioni consimili non mancano nei dispacci inviati da Foniari ad Antonolli: in quello del 12 luglio 1849, ad esempio, il Nunzio riferiva