Rassegna storica del Risorgimento

CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
anno <1972>   pagina <541>
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Anche per CalandrelH il meccanismo che doveva portarlo in ima cella di Castel S. Angelo s'ora già messo in molo, traendo spunto, ironia della sorte, pro­prio da una disposizione emessa dalla polizia francese il 9 luglio, disposizione che ingiungeva a tutti i detentori di oggetti requisiti dal cessato governo di farne la denunzia, entro 3 giorni a datare dall'ano stesso, alla prefettura gene­rale di polizia , e stabiliva che e -l'infrazione a tale ordine sarei diesi considerata e punita come furto qualificato....'' A questa disposizione aveva fatto seguito la nomina di una Commissione per la recupera delle opere d'arte, il cui segretario, Domenico Farina, cominciò ad indagare sul trafugamento di un gran numero di libri dalla biblioteca dell'Accademia ecclesiastica di piazza della Minerva: scoprì che tra il 26 e il 27 marzo 1849 Alessandro Culundrelli, nelle sue vesti di mini stro della Guerra, aveva fatto effettuare il sequestro dei libri per poter adibire l'edificio a sede del suo ministero. Indagini successive consentirono di accertare che Calandrelli, nella cui abitazione erano stati temporaneamente depositati i libri provenienti dal sequestro, anziché farne regolare denunzia all'autorità di polizia, come stabilito dall'ordinanza del 9 luglio, aveva preferito restituirli privatamente ed alla spicciolata a Nicola Saliceti, il maestro di casa dell'Acca-deinia ecclesiastica, trattenendone per sé una grossa percentuale. Di modo che nel corso di numerose perquisizioni che ebbero luogo tra il 28 settembre e il 2 ottobre, in casa del Calandrelli vennero rinvenuti, insieme con parecchi oggetti d'arte e di antiquariato, circa 2.S00 volumi, alcuni dei quali furono subito resti­tuiti, mentre dei restanti 1.726 si fece più tarda un elenco a slampa onde per­mettere ai legittimi proprietari di tornarne in possesso. Nel comportamento di Calandrelli gli inquirenti intravvidero comunque gli estremi per l'incrimina­zione per il reato di furto qualificato e, come abbiamo anticipalo, il 3 novembre procedettero all'arresto dell'ex-triumviro che fu incarcerato in Castel S. An­gelo. 2)
Tutto ciò avveniva senza che le autorità francesi, che nei giorni precedenti si erano adoperate per fare in modo che Calandrelli, come tutti gli altri ex­deputati, lasciasse Roma, potessero muovere un dito. U 14 settembre infatti il Collier scriveva: Calandrelli ancien dépulé et ancien ministre de la Rcpublique a recu, comme tous ses collègues, un avis de se tenir prét à partir, il a déclaré qu'il ne quitterait pas Rome, quii préférait etre fusillé que d'aller mourir de misere à l'étranger. Calandrelli est lieutenunt-rolonel d'artillerie. C'est luì qui a dirige les opérations de cette arme durant le siege. C'est un savant distingue et un excellent oflìcier. Il a adhéré au nouveau gouvernement ;3) il 25 settembre Tocqueville comunicava al Corcelle di aver ottenuto dal collega preposto al dica­stero della Guerra che Calandrelli fosse arruolato nella legione straniera con il grado di tenente colonnello;4) il 29 settembre Calandrelli inviava una lunga lettera al prefetto di Polizia Le Rouxeau s) per informarlo della sua decisione di
') G. SPASA, Storia della rivoluzione di Roma cta, III, p. 697. Lo Spada definisce la disposizione catto di ordine e di giustizia riparatrice.
2) Questa ricostruzione è ricavata dalla Romana di pia delitti, miche di furto cit., e dalie carte di polizia comprese nel fascicolo processuale che, come sì è già detto, si trova presso l'A.S.R.
?) Callier a Gobineau, 14 settembre 1849 (Lettres cit., p. 39).
) Lettre* cit., p. 39, n. 1.
9) Sacceduto al tenente colonnello Chapuis dopo che questi il 15 luglio aveva devoto lasciare l'incarico per molivi di salate (G. SPADA, op. cit III, p. 710). Le