Rassegna storica del Risorgimento
CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
anno
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1972
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pagina
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546
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546 Giuseppe Monsagratì
jsarlo >. ') ìNon sappiamo se per consolarlo la sorella Elisa riuscì a fargli conoscere quanto le aveva scritto da Marsiglia il 14 maggio 1850 il fratello Ludovico: Qui Alessandro non ha punto menomato la stima ne presso gli amici, ne presso le persone oneste. Ognuno è convinto della sua probità malgrado le caluniose asserzioni dei giornali retrogradi, ed io attendo la sua procura per ottenere una recriminazione, sebbene la credo impossibile, avendo tali giornali un. grande appoggio nel governo med. il quale prende ogni di più forza in faccia al partito democratico .2) Quel che è certo è che se Elisa riferì ad Alessandro queste parole, non potette farlo attraverso i normali canali grazie ai quali i detenuti mantenevano radi contatti con i propri congiunti, giacché il 17 aprile CalandréUi era stato posto in segreta per aver verbalmente minacciato Domenico Farina che ai era recato in Castello per raccogliere le deposizioni di due reclusi: stando al rapporto con cui il Farina chiedeva un provvedimento punitivo, quel giorno Calandre-Ili gli ai era avvicinato e gli aveva detto: Voi siete stato sig. Farina che mi avete fatto il bel servizio. Vi attende il pugnale o il capestro . E l'altro aveva replicalo con un Lei sig. CalandréUi è matto ,3) che però non bastò a chiudere l'incidente.
Gli effetti della segregazione furono tali che il successivo 31 agosto monsignor Matteucci, posto di fronte ad un certificato medico che attestava l'estrema gravità delle condizioni di salute deli'ex-triumviro, fu costretto ad autorizzare la direzione del carcere a concedere a quello che Ini stesso, voce dal sen fuggita, definiva un detenuto politico , una passeggiata giornaliera di un'ora, sotto stretta sorveglianza e lontano dagli altri detenuti.4) Grazie -a questa concessione, la segregazione si protrasse per altri dodici lunghissimi mesi, fino al 26 agosto 1851 quando, d'ordine di Matteucci, CalandréUi fu rimesso in luogo di larga : 5J le sofferenze patite gli avevano ispirato una parentela eon Torquato Tasso, cui dedicò un sonetto che, sublimando per un breve momento il dolore, riuscì in qualche modo ad allegrargli l'ira col pensiero che, pur se circondato solo da ferrate porte,
... M*é dolce almen di salutar quel Monte in cui dormi, o Torquato, e quelle mura, che sacre al cener tuo mi stanno a fronte,
E rimembrando che in prigione oscura, tu pur gemesti infra gl'insulti, e l'onte, io mi consolo nella mia sventura.*)
M.CJLR-, CO, b. 119-1.
Ì M.CM.Rn C.C., b. 119-3.
I) ASJL, Trib. Supr. S. Consulta, Processi politica 1849-1870, b. 220-153-140.
4) AJSJRn Trib. Supr. S. Consulta, Processi politaoi 1849-1870, b. 220-153-110.
Ì AS.Rn Trib. Supr. S. Consulta, Processi politici 1849-1870, b. 220.153-29. Pur senza sottovalutare le esigenze della propaganda anticlericale, si può prestare sufficiente credito e. quanto scriveva VI tolta e Popolo del 14 .luglio 1854: Questo epiteto di larga è un sarcasmo, .poiché dura 11 completo isolamento da tutti, se n'eccettui sei ore al giorno di passeggio in un salone cogli altri detenuti, senza sedie o panche di sorta, in presenza dei carabinieri, per cui vedi quegli infelici sdraiati sul suolo nudo, come bestie al mercato... .
6) M.CJUL, C.C., b. 116-13 (2).