Rassegna storica del Risorgimento
CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
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1972
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Il caso Calandrelli
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Poi, come abbiamo detto, sul finire del 1850 Calandrelli fa trasferito al S. Michele, un provvedimento di cui ci è ignoto il motivo ma che in ogni caso non migliorò le sue condizioni di vita, e anzi accentuò il logorio di un uomo per il quale il futuro si andava facendo sempre più oscuro. Erano pertanto novità sul proprio conto che egli aspettava, e non il trasferimento da un carcere all'altro, quando improvvisamente la notte del 14 dicembre ai vidde inanellare e trasportare nelle Carceri di S. Michele, gettata in angusta e malsana prigione sopra puoca paglia, sottoposto al vitto dei condannati ed all'insopportabile pena del bastone di spietati custodi . *) Queste erano, per lo meno, le parole con cui Giovanni Calandrelli, padre di Alessandro, da molto tempo emigrato a Berlino, disegnava la penosa realtà in cui si dibatteva suo figlio nella supplica che inoltrava al re di Prussia Federico Guglielmo IV per ottenere che questi, attraverso i suoi rappresentanti accreditati a Roma, intercedesse in favore del figlio: parole dettate, quindi, oltre che dal desiderio di suscitare un moto di pietà nell'animo di colui al quale erano indirizzate, da una comprensìbile partecipazione affettiva a quella realtà; ma che i metodi in uso nel sistema carcerario pontificio {ossero effettivamente crudeli, specialmente in quegli anni, ce lo attestano, oltre alle già richiamate pagine dei Diari del Senior, con espressioni quasi identiche il Ferini (... monsignor Savelli restaurava la pena del cavalletto* cioè del bastone, nelle prigioni ... ) e il Gallier (... il [Savelli] vient de rétablir dans les bagnes le regime de la bastonnade et du cavalleto ). 2>
Ma torniamo alla supplica di Giovanni Calandrelli. Compilata il 24 -febbraio 1851, essa ebbe come effetto -immediato quello di far si che il re di Prussia affidasse all'incaricato d'affari della legazione prussiana a Roma, barone de Reumont, il compito di eseguire i passi necessari per perorare presso la Santa Sede la causa di Alessandro Calandrelli.3} H 5 aprile il de Reumont comunicava al cardinale A monelli una formale richiesta di grazia per Alessandro Calandrelli; *> la risposta del Segretario di Stato, in data 28 aprile, era piuttosto perentoria; e indicava chiaramente, al di là di un burocratico invito ad attendere che la giustizia compisse il suo corso, che c'era poco da sperare per il futuro.5* E ciò mentre invece a Berlino Giovanni Calandrelli, che era tenuto al corrente degli sviluppi della faccenda attraverso gli stretti contatti con i funzionari del
1) M.CJiJt C.C., b. 119-6 (1, 2). Anche di questo documento si posseggono due minute con leggerissime e non sostanziali varianti.
2) L. C. FABINI, op. c, IV, p. 282, e Lettre* cit., p. 66.
3) Infatti ri 29 marzo 1851 un funzionario prussiano. Marco Niebuhr, comunicava a Giovanni Calandrelli che il re aveva messo in moto la macchina diplomatica dando le prime istruzioni al de Reumont. M.CJLR., C.C., b. 119-7 (1).
fi! ABCHIVIO SECRETO VATICANO .4.S.VJ), Segreteria di Stato, 1851, ruhr. 165-1-103: ... Sans que fave besoin d'y appuyer, Votrc Eminente concevra que c'est une affaire très-dcKcale pour mei, le Rei s'y etani interesse personellement et m'ayant or donne, de sa propre niain, de fai re ce qui dépendrait de moi afin d'ohtenir ce qui se pourra en faveur da prisonnier... .
5) AS.V Segreteria di Stato, 1851, ruhr. 165-1-127, Pro*, n. 25453, minuta di mano del cardinale AntonelH: il Segretario di Stato ed dichiarava dispiacente di non potere in questo stato prendere alcuna parte per vedere secondate le di Lei premure a favore del Calandrelli giacché essendo prossimo il giudizio ed essendo il Calandrelli chiamato e rispondere In farcia alla legge di varii deli Mi comuni, non potrebbe, come Ella ben vede, sospenderai l'amministrazione dello giustizia, tanto più che taluni del delitti addebbiatigli (sic) riguardano rinteresee de* privati .~