Rassegna storica del Risorgimento
CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
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1972
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554 Giuseppe MoasagraU
al detonalo ufficiale la commutazione della pena nell'esilio.'1 Però, e il Car* dinaie si guardava bene dal farlo notare, il 19 giugno, giorno in rui il Vaillant aveva vergalo la sua richiesta di grazia, la commutazione nell'esilio della pena inflitta a Caiani! rei li era già avvenuta. Nel fascicolo processuale a ini intestato è compresa infatti la seguente notificazione, trasmessa il 24 giugno daST Ufficio delle Carceri e case di condanna della Sagra Consulta alla Cancelleria dello stesso Tribunale: Mona. Ministro dell'Interno con dispaccio di ieri n. 7293 ha partecipato che la S. di N. Signore nella udienza del giorno 15 corrente, sulla supplica umiliatagli da Alessandro Calandrelli condannalo dal Slip. Tribunale della S. Consulta, esistente nella Darsena di Ancona, ha benignamente commutato il residuo della pena temporanea nel perpetuo esilio del medesimo a forma della di lui supplica.
La suddetta grazia è stata sotto il med. giorno 21 partecipata al Dirett. del Bagno di Ancona, mentre dal lodato Ministero dell'Interno era già comunicata a Mona. Comm. ApJico di delta città .2)
Olire a darci una indicazione precisa circa la data in cui Pio IX decise la commutazione della pena, il 15 giugno 1853, questo breve messaggio ci dice anche che SI detenuto aveva inoltrato al sovrano Pontefice una supplica di proprio pugno, supplica che è custodita, nella sua stesura autografa, nella più volte citala busta 124 del fondo Miscellanea di Carte Politiche e Riservate dell'Archivio di Stato di Roma. Quest'ultimo documento non è datato e affianca un'altra consimile richiesta fatta pervenire, presumibilmente qualche giorno prima del Natale del 1852, da Elisa Calandrelli all'autorità suprema dello Stato; tra l'altro in essa la donna parla del fratello come di colui che e nella malaugurata epoca delle ultime calamitosissime vicende politiche per effetto di una abberrazione (sic) mentale appartenne all'Anarchico Governo... .3)
Quel che comunque di più chiarificante a proposito della meccanica della liberazione del Calandrelli abbiamo rinvenuto, è una* minuta di mano del Ministro dell'Interno, monsignor Teodolfo Mertel, comprendente tre dispacci, due diretti al Commissario pontificio ad Ancona, il terzo al Presidente del Tribunale della Sagra Consulta; quest'ultimo ci è sembrato 11 più interessante, e perciò riteniamo opportuno il pubblicarlo quasi per intero. Scriveva dunque il Mertel: Ecc. Rma, Fino da una delle prime udienze ch'ebbi l'onore di avere da Sua
I) A.V Segreteria di Stato, 1853, rubr. 210-7-142. Prot. n. 48171. Anche l'An-tonelli evitava accuratamente di indicare l'identità del personaggio Jm. oggetto; la lacuna viene comunque colmata dal volume del protocollo, dove al numero 48171 si leggono nome e cognome dell'ex triumviro.
Z) AS.R., Trib. Snpr. S. Consulta. Processi politici 1849-1870, b. 220-15341.
3) A.S.R., M.C.P.R., li. 124, f. 4345. Nella supplica, redatta in terza persona, Calan-<lr>.-IIi. dopo aver protestato la sua innocenza, concludeva: *D sacrosanto dovere di conservazione lo obbliga a chiedere u""' alla S.V. la commuta della pena in esilio, anche perpetuo dai Vostri Domini* Grazia segnalata che venne dalla medesima pur concessa a tanti altri; e ch'egli repula attendibile dal clemente suo Principe, ove non si volesse fra breve nel numero degli estinti. E vano il toccare di pietà e misericordia a CHI esercita sulla terra di miseri cordila e pietà il Primato Sublime. L'esistenza di questo documento smentisce completamente la tradizione, accreditata soprattutto da L. PiAtr-GIANI. (La Rome tles Pape citi ElTj p. 306), tradizione che voleva un Calandrelli estremamente restio a lasciare il carcero se prima non fosso stata riconosciuta la sua innocenza in un pubblico processo.