Rassegna storica del Risorgimento
CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
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1972
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// coso CalanàreUi
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Santità come Ministro dell'Interno* nella somma sua lem." si accennò propenso ad assecondare una supplica di Alessandro Calandre-Ili condannato dalla S. Con* sulta e ristretto nella casa di condanna di Ancona, tendente ad ottenere la commutai della pena temporanea in un perpetuo esilio dallo Stato. Ho io profittato della fausta ricorrenza della Esaltaz.e della lodata Santità Sua per ridestargli il benigno proposito, e con rescritto del 15 corr, si è benignamente degnata di realizzarlo commutando al Calandrelli il residuo della pena temporanea in quella di un perpetuo esilio, a forma della di Lui supplica.
Mi affretto a partecipare lalTEcc. V.a R.m" questa grazia sovrana, perché si compiacia di darne il lieto annunzio al Calandrelli. dandogli quelle avvertenze e consigli che crederà a lui più utili, e notandogli che le espressioni da lui usate nella supplica siano per essere nell'avvenire sincere ed immanchevoli... v. '' Abbiamo già detto come non ci risulti che oltre quelli già segnalati siano stati effettuati altri passi da parte delle potenze in altri momenti interessate alla vi* cenda Calandrelli; il testo della minuta sopra riportata starebbe quindi ad indicare che la parte decisiva nella scarcerazione di Calandrelli fu svolta proprio da un ministro di Sua Santità, quel Mertel, cioè, che da poco succeduto al duro Savelli, rappresentò rispetto al predecessore l'avviamento di un indirizzo di governo più morbido. Certo è che tra tanti monsignori che nell'esercizio dei rispettivi incarichi ebbero occasione di occuparsi del caso Calandrelli, Teodolfo Mertel è sembrato essere l'unico ad aver conferito ai propri interventi d'ufficio una nota di umanità e di buona volontà.2)
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Calandrelli pagò con l'esilio la riacquistata libertà, cosa per niente inconsueta nella realtà degli Stati reazionari italiani, di quello pontificio in particolare:
J) I -tre dispacci, tutta contrassegnati dalla data del 20 giugno 1853, sono in AJS.R., M.CPJL, 1). 124, f. 4345. Dei due indirizzati al Commissario pontificio mons. Camillo Amici, il primo dava notizia dell'avvenuta commutazione della pena, il secondo, particolare e riservato , invitava il funzionario ad adoperare con il Calandrelli quei modi che crederà più opportuni per indurlo elettivamente a scegliere la sua dimora fuori d'Italia, e lungi segnatamente da paesi i più perigliosa, e dove poss'cssere in mezzo a nuove tentaz. [aie) di compromettersi, e di divenire nuovam. ingrato e sconoscente a questo nuovo atto di clemenza di S.S., la quale ne sarebbe vivamente amareggiata... .
2) L'unico lavoro complessivo esistente sulla figura e l'opera di Teodolfo Mertel è un articolo, breve ed evanescente, di D. KLITSCHE OR LA GRANGE ANSJESI, Un ministro di Pio IX: il Cardinal Mertel, in Roma, a. XIX (1941), pp. 264-276. Più preciso nelle notizie relative alla vita del Mertel è L. PASZTOR, Il Card. Mertel e U Concilio Vati* cono I, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, a. XXII (1969), pp. 443447. S. NECRO, Seconda Roma 1850-1870, Milano, 1943, p. 154, lo definisce e uno dei cardinali più meritevoli di quel non felice periodo ; e altrove (p. 167) parla di lui come dell'cottimo Merlo!. Era succeduto a Savelli nel marzo del 1853; Nicola Roncalli sotto la data del 14 marzo annotava: Questa mattina Mertel prese possesso della carica di Ministro dell'Interno e di Grazia e Giustizia al Palazzo di Monte Citorio, dove furono trasferiti gli unici iM.CR.R., Cronaca Roncalli, 1853). Pochi giorni primo dell'inizio del suo incarico <con dispaccio della Segreteria di Stato 10 marzo 1853, il Ministero di Grazia e Giustizia venne unito a quello dell'Interno (A. VENTHONK, L'amministrazione dello Stato pontificio dal 1814 al 1870, Roma, 1942, p. 13).