Rassegna storica del Risorgimento
CALANDRELLI ALESSANDRO; STATO PONTIFICIO STORIA 1849-1853
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1972
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559
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.. fl caso Calandrelli 559
dal procosso istmi lo a carico del ripetuto Calandrali... ; e, dopo aver bravamente riassumo le fasi del processo, aveva soggiunto: Vito Enei fu assoggettato ad inquisizione e fu carcerato nel giorno 16 ghigno 1851, ma per preteso acquisto doloso di due tavole da granito spettanti ai Sacri PP.AA., e a quanto pare fu per tale titolo giudicato e dimesso .!) Se la storia abbia avuto un seguito, nei fondi da noi consultati non ne è rimasta la documentazione. Così come non siamo riusciti ad appurare se il Dezobry fosse un destinatario apparente o reale della lettera, poiché la facile supposizione che il messaggio fosse diretto ad Elisa Calandrella, usando come tramite un cognome il meno possibile sospetto, cozza contro il fatto che il mittente indica in alcune occasioni il destinatario con aggettivi di genere maschile. Possiamo solo dire che dalle ricerche effettuate sono emersi vari elementi contrastanti in base ai quali è forse possibile sostenere l'esistenza di una montatura operata dalla polizia pontificia per colpire o lo stesso Calandrelli o qualche altro personaggio.
Premettiamo che il testo cifrato è sicuramente di mano del Calandrelli: suo è infatti l'inconfondibile tratto di penna con cui sono tracciate le fitte lettere che compongono il testo. Ti plico porta il timbro del 2 dicembre 1854 e la stampigliatura indicante la città di provenienza, Berlino, dove Calandrelli, dopo essere stato liberato, era andato a stabilirsi, non tanto per dare una garanzia del suo disimpegno politico quanto per ricongiungersi al padre ed al fratello. Inoltre il nome del destinatario, l'abate Dezobry, compare anche in una lettera che fa parte delle Carte Calandrelli, precisamente quella che il condannato scrisse alla sorella poco prima di lasciare Ancona. Di questa lettera Calandrelli compose due stesure, entrambe datate 18 luglio 1853; nella prima si legge: Io sono al giorno della partenza; tra pochi momenti salirò sul battello a vapore: pensa tu come sto. L'atroce dolore che soffrii per la morte di mia madre, e di tanti prodi uomini, è nulla in proporzione di quello che sento di dover lasciare la mia terra natale. Solo conforto mi resta il sapere di non averle fatto disonore e la speranza di renderla felice. Addio . Nella seconda stesura, che abbiamo trovata affiancata alla prima, lo scrivente, dopo aver ripetuto con l'eccezione di qualche lievissima variante le frasi sopra riportate, aveva inserito prima della parola addio le seguenti espressioni: Raccomando agli amici ad aver memoria di me; a te e a Maffei la cura delle mie piccole cose, in specie l'opera di Dezobry, che mando; perché è dono e ricordo di tale uomo che la lontananza, e i tempo non mi faranno mai dimenticare suo nome il saprai. Addio, cara Elisa....2' Calandrelli, sia detto di passata, spedi certamente alla sorella la versione ampliata quella che abbiamo noi è una minuta comprendente entrambi i testi , intendendo probabilmente, con la frase in cui accenna all'opera del Dezobry, mettere in guardia la donna su qualche messaggio da lui nascosto nel volume.3' Quel che però interessa maggiormente è la prova che a Calandrelli il cognome Dezobry non era sconosciuto.
9 J.S.R,, Trio. Supr. S. Consulta, Processi politici 1849-1870, h 220-15347. Nello Stato degli Inquisiti oiu, II, pp. 284-235, si legge che Vito Enei hi urreatato per furto di quadri e ritenzione di oggetti furtivi .
2) M.C.R.R., C.C., b. 119-12 (1, 2).
3)' Probabilmente Calandrelli aveva fatto ricorso ad un espediente del genere già in altra occasione, e precisamente allorché al momento di lasciare Roma per il carcere di Ancona, aveva scritto alla sorella raccomandandole: le t'envoìe moti portrait, conserve le en memoire de moi, mais qu'il ne soil vii qua de toi seule (L. PIANCIANI, op. citt IH, p. 304).