Rassegna storica del Risorgimento
ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
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1972
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Gli eserciti pre-unitari e quello italiano
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parte degli 800 uomini che avevano disertato il 2 reggimento della fanteria papale. In realtà, allorché, repressa nel sangue la rivolta di Perugia, le truppe pontificie si affacciarono minacciosamente ai nuovi confini, non fu possibile al governo provvisorio che mobilitare due colonne di poco più di mille nomini ciascuna, al comando del gen. Roselli, l'ex comandante delle truppe della Repubblica Romana del 1849. In questa crìtica situazione il comando dell'esercito sardo ordinò alle truppe costituite nel frattempo in Toscana, dal gen. Mezza-capo, di passare in Romagna, inviando al contempo i quadri ufficiali e sottufficiali con cui si stava organizzando in Piemonte una brigata dì volontari, affinché si provvedesse al sollecito inquadramento dei giovani romagnoli.
Le truppe del gen. Mezzacapo erano state costituite da questo valente ufficiale meridionale subito dopo il pronunciamento toscano, con volontari provenienti dalle Marche, dall'Umbria e dalle Romagne attorno ai due depositi di Marradi (presso il confine romagnolo) e di Arezzo. Se l'affluenza di gregari fu tale da permettere la costituzione, entro il 17 giugno, di 4 reggimenti, non altrettanto felice era la situazione dei quadri. Infatti gli ufficiali furono attinti un pò* dappertutto: dagli Stati sardi, dai Ducati, dallo Stato pontificio, dal Veneto, da una legione anglo-italiana, che, formatasi a Torino durante la guerra di Crimea, si era poi trasferita a Malta, e da ex-ufficiali dei Corpi Franchi del 1848 . ') Con tutto ciò il I reggimento aveva il 26 maggio 22 ufficiali in luogo degli 80 previ* sti nell'organico sardo21 e, al momento della costituzione del 4 reggimento, vi era gran penuria di ufficiali già negli altri tre.3) Nel mese d'agosto 1859 venne costituita la Lega tra la Toscana, le Romagne, Parma e Modena per impedire il ritorno dei vecchi principi, ritorno che ai termini degli accordi di Villa-franca, era possibile, se non probabile.
Il 29 di quello stesso mese giunse a Modena Manfredo Fanti' veniva ora, dopo un breve periodo di reggenza di Garibaldi, ad assumere il comando degli esercir! della Lega. Nel momento in cui il Fanti assumeva il comando degli eserciti tosco-emiliani la situazione dà queste forze armate era quanto mai diversa.
La Toscana, il cui ministero della guerra era rapidamente passato attraverso varie mani fino a giungere in quelle del colonnello piemontese Raffaele Cadorna, organizzò, sia pure non senza intralci e contrattempi, attorno al nucleo pres-socché intatto ed efficiente del suo esercito, il potenziamento delle proprie forze armate che al momento della fusione comprendevano 4 brigate di fanteria, tre battaglioni bersaglieri, un reggimento d'artiglieria da campagna, un reggimento d'artiglieria da piazza, due reggimenti di cavalleria ed altri elementi vari. Si trattava nell'insieme di un complesso di elementi abbastanza annottici, sviluppati attorno ad un buon nucleo iniziale la cui composizione non era stata seriamente alterata dai pochissimi officiali piemontesi che vi erano stati inseriti, dal richiamo, alle bandiere di pochi superstiti del 1848 o dai provenienti dalla vita civile. Senza dubbio, si erano trovali a proprio agio gli allievi degli ultimi tre corsi del Liceo militare di Firenze nominati in via eccezionale sottotenenti ed i vecchi sottufficiali promossi al rango- superiore. Diversa invece era
t) V. Gioito, // Risorgimento nelle sue fasi di guerra* Milano, 1948, voi. 1. p. 283.
2) Relazione Ufficiale 1859, voi. I rfoc, p. 90.
3) F. BAVA BECCABIS, op. <dt.t p. 34.