Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
anno <1972>   pagina <568>
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Massimo Mazzetti
la situazione dell'esercito della Lega emiliana; esso infatti era composto da eie* mentì delle più disparate provenienze. Eccone l'organico sul finire del 1860:
Brigata Ravenna due rgl. delle truppe del gen. Mezzacapo;
Brigata Forlì idem;
Brigata Bologna con quadri piemontesi;
Brigala Modena già Cacciatori della Magra;
Brigata Ferrara già Colonna Roselli;
Brigata Parma già truppe parmensi più due compagnie rgt. Rea!
Navi piemontese;
Brigata Reggio di nuova formazione? Sèi battaglioni bersaglieri
Laaceri Vittorio Emanuele il cui nucleo era costi lui io da dragoni e gendarmi
ex pontifici;
Ussari di Piacenza con quadri ungheresi; 9 batterie da campagna 9 compagnie da piazza. !fl
Si trattava quindi di truppe con quadri delle più varie provenienze e in cui s'f trovavano alcuni elementi venuti dall'esercito piemontese e dai Cacciatori delle Alpi, ma in numero non certo molto rilevante. Si consideri, infatti, che i dimissionati dall'esercito sardo nel periodo che stiamo considerando, furono in tutto 69, numero che comprende sia coloro che effettivamente abbandonarono le armi, sia quelli che passarono nell'esercito emiliano, sia alcuni che entrarono a far parte delle truppe toscane.
Per quanto riguarda i Cacciatori détte Alpi, poi, se è vero che molti dei loro ufficiali seguirono Garibaldi nella nuova destinazione, è da dire che, con ogni probabilità il loro numero fu inferiore a quello che comunemente si crede visto che nel 1860, quando la brigata entrò a far parte dell'esercito regolare, disponeva ancora, assieme al battaglione bersaglieri di Valtellina, di 166 ufficiali.2) È più che probabile che tutti i sottufficiali inviati ad inquadrare la brigata- Bologna siano stati promossi, ma questo certo non sopperiva al fabbisogno come non sopperiva alle impellenti necessità la scuola militare istituita a Modena, alla quale, tra l'altro, occorreva un po' dì tempo per funzionare pienamente. D'altronde l'esercito sardo impegnato esso stesso ad ampliare i propri organici, non poteva fornire un numero elevato di buoni quadri per cui, in un primo tempo, l'elemento necessario si ritrasse da quelle schiere di patrioti che negli anni 1848 e '49 avevano servito i governi della Repubblica veneta e romana. Ripristinati nel grado originario e più spesso in grado superiore supplirono ai più urgenti bisogni e primeggiarono in quel periodo di tempo nel quale i tre governi dell'Emilia stavan divisi fra loro. Ma giunto Fanti al potere egli ebbe in mira speciale di rimpiazzare l'elemento rivoluzionario coll'elemento regolare, il quale non potea trarsi che dal Piemonte. Si videro allora uffiziali giubilati, sospesi, dimissionari, accorrere in gran numero, e passare dalle bandiere dell'uno esercito in quelle dell'altro, ottenendovi, a motivo dell'urgente necessità, sover-
') Per i dati mille truppe emiliane cfr. A. GUAIINIEIU, op. cit., pp. 266-267 e F. BAVA BECCAMI, op. cffc, p. 35.
2) C. GIBBONE, op. cti., p. 51.