Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
anno <1972>   pagina <569>
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Gli eserciti pre-unitari e quello italiano 569
chie e proporzionale promozioni. Come era naturale, non fa la parte più eletta degli uftraali sardi che affluì nell'Emilia, ma invece la più scadente tanto più che La Marni ora, che non aveva nessuna fede nelle annessioni* sospingeva ad accorrervi tutti coloro cui li premeva di sbarazzarsi. Onde è che malgrado gli sforzi ripetuti del Fanti, non si potrà mai dire che si fosse giunti ad ottenere una buona armata, ma solo un amalgama in cui bisognava molto e molto correggere ed amputare appena il destro ne capitasse . ') Questo giudizio del Guarnieri era forse eccessivo, ma certo tutto si può dire tranne che l'esercito emiliano si presentasse come un'entità armonica. D'altro canto bisognerà pur considerare che Fanti, per inquadrare le nuove unità, poteva disporre, come elementi prove* nienti da eserciti regolari, solo di un centinaio di ufficiali parmensi,2) di alcuni piemontesi e dei Cacciatori delle Alpi) di pochi provenienti-dalle truppe ponti­ficie e di pochissimi ex ufficiali estensi; *) in totale 200 ufficiali al massimo. Né poteva bastare hi promozione di sottufficiali piemontesi o parmensi '" a far fronte al fabbisogno: fu quindi giocoforza ricorrere ai più disparati elementi. Anche il giudizio del Corsi, che pure apparteneva alle truppe toscane, non era troppo lusinghiero per l'ufficialità degli eserciti della Lega, in particolare per quello emiliano: Li ufficiali toscani erano la maggior parte degni di stare alla pari con queli dell'esercito sardo-lombardo, ma per effetto delle promozioni avvenute tra il maggio del ""59 e il marzo del '60, non pochi di loro avevano sorpassato nei gradi parecchi di quelli, assai più di loro maturi d'età, d'esperienza, di servizio militare e di anzianità d'ufficiale, dì nota capacità, di sperimentato va­lore, ecc. I rimanenti orano sottufficiali vestiti da ufficiali o volontari di ieri, cui mancava nove su dieci di quanto richiedasi per buoni ufficiali. Quelli poi delle milizie emiliane quasi tutti avevano fatto carriera a vapore, alcuni erano diven­tati capitani, maggiori, colonnelli, di primo lancio, senza essere mai stati soldati, oppure avevano servito già molti anni prima come sottufficiali o ufficiali subal­terni, e Dio sa di quali milizie, o come guardie del corpo di qualche sovrano, altri avevano sì militato parecchi anni nelle truppe regolari sia dell'Austria, sia di Parma o di Modena, sia del Papa, sia dello stesso Piemonte, ma ora avevano fatto ad un tratto un salto di uno, due, tre gradi Non parlo di quelli che veni­vano per dritta linea dalle milizie venete o romane del '48 e '49 e simili, e tan­tomeno poi degli altri, che per qualsivoglia motivo, non erano degni di vestire la divisa di ufficiale. Questi ultimi dovevano essere licenziati, e lo furono infatti o prima o poi, ma gli altri tutti, toscani ed emiliani, furono ammessi e confer­mati nell'esercito italiano coi loro gradi e hi loro anzianità, per lo che si videro sgambate e salti di un effetto meraviglioso, che potevano andar d'accordo con mille, tra buone e cattive ragioni politiche, ma nemmeno con una discreta ragione militare .5)
1) A. GUARNIEHI, op. citn p. 268.
2) TI totale degli ufficiali parmensi prima del 1859 era di 199 di cui 31 entrarono a far parte dall'esercito piemontese già in quell'anno; altri 70 aderirono solo dopo l'annessi mie. All'esercito emiliano non erano rimasti, quindi, che un centinaio di ufficiali al massimo.
*) Si ricordi che gli ufficiali estensi che avevano abbandonato il loro esercito erano in tutto 4.
4) F. CARANUIM, Manfredo Fanti generale d'armata. Verona, 1872, p, 290.
5) C. CORSI* 1844-1869 venticinque anni in Italia, Firenze, 1870, voi. TI, p. 13,