Rassegna storica del Risorgimento
ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
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1972
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572 Massimo Mazzetti
1861, furono, nell'ambito di tutto l'esercito, 227 ed i collocati a riposo 121.{) È fuor di dubbio che questi non erano tutti Napoletani; d'altronde quelli collo* cari in aspettativa furono in grandissima parte riassorbiti negli anni successivi. 2)
Peraltro è da segnalare che, su 2311 ufficiali, 413 facevano parte dello stato maggiore delle piazze e 449 degli invalidi e veterani: ai trattava, cioè, di ben 862 appartenenti ai servizi sedentari. Se si considera poi che gli addetti ad servisi religioso, medico e veterinario, erano 363, si può concludere che l'esercito combattente fu rinforzato solo da 1086 ufficiali provenienti dall'armata napoletana. Se rileviamo poi che i 159 ufficiali garibaldini che ottennero il passaggio nell'esercito regolare) quali ex ufficiali borbonici, erano probabilmente in maggioranza appartenenti a corpi combattenti, la cifra di 1086 viene ridotta a meno di mille.3) Se il trattamento usato agli ufficiali servì senza dubbio ad impedire che i quadri dell'esercito borbonico si ponessero alla testa del moto antiunitario, per quanto riguarda i soldati gli avvenimenti presero tutt'aìira piega.
E opinione comune, sia tra i contemporanei, sia tra gli studiosi, che anche nel caso della truppa dell'esercito delle Due Sicilie le autorità nazionali si siano comportate con larghezza, anzi con eccessiva magnanimità. Infatti il decreto del 20 dicembre 1860 richiamava alle armi, secondo le modalità della legge borbonica di reclutamento, lutti gli individui delle leve 1857-1858-1859-1860; i militari non compresi in queste classi venivano considerati in congedo illimitato. L'esercito del Regno napoletano, che nel maggio del 1860 contava circa 97.000 uomini di truppa, alla fine di quello stesso anno si era in grandissima parte disciolto; il nucleo più consistente di ciò che restava era concentrato attorno a Gaeta per l'estrema difesa della piazza, altre truppe tenevano la .Cittadella di Messina mentre poche centinaia di uomini, appoggiati dalla popolazione, difendevano Civi-lella del Tronto. Alcune unità sconfinate nello Stato pontificio erano state disarmate e si stavano sciogliendo, mentre 8000 soldati borbonici erano stati trasferiti al nord quali prigionieri di guerra. Per riutilizzare parte di questo personale, venne emanato il decreto del 20 dicembre. La decisione più volte criticata, di esentare i vecchi soldati, va sottoposta ad un più attènto esame.
Il Guarnieri, riferendosi a questa esenzione, sostenne che era necessario, per l'esercito italiano, sbarazzarsi dei più anziani elementi della truppa borbonica perché corrotti dall'educazione ricevuta . 4> Può sembrare questa una giustificazione carica di elementi propagandistici, eppure, a quell'epoca, le maggiori autorità militari sarde erano effettivamente di questo parere.5 TI motivo principale di questa decisione fu, però, un altro: Cavour, riferendosi ai vecchi soldati borbonici, scrisse al Farmi che si trovava -a Napoli: To son certo che un atto di clemenza, la speranza di non più servire, ne faranno degli apostoli di
l) Le perdite del corpo ufficiali nel 1861 furono: 227 dimissionari, 121 collocala a riposo, 15 riformati, 43 revocati e rimossi, 144 marti e 28 perduti per cause diverse per un totale di 578 ufficiali. C. GIBBONE, op. cit., p. 32.
f) C. GIBBONE, op. ett.* p. 79.
') Ibidem, p. 48.
*) A. GUARNIERI, op. CÌt.1 p. 451.
5) In una lettera del Cavour al Farmi si legge: La Marmoni mi scrive dichiarandomi che il vecchio soldato napoletano era canaglia di cui era impossibile trarre partito, che corromperebbe i nostri soldati a si metterà In mezzo a loro . CARTEGGI CAVOUK, La liberazione del Mezzogiorno e la formazione del regno d'Italia, Bologna, 1949, voi. ni, p. 354.