Rassegna storica del Risorgimento

BERGAMO ; MAZZINI GIUSEPPE ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1920>   pagina <77>
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GARIBALDI 13 MAZZINI A BERGAMO 77
Il Gomitato di Pubblica Difesa bergamasco si fece premura di par­tecipare a quello di Brescia la partenza delle truppe lombarde, piemon­tesi e volontarie agli ordini di Garibaldi, per essere state richiamate versò Milano. Ohe frer ciò Bergamo si trovava priva di validi mezzi di difesa, e, ad eccezione della Guardia Nazionale sedentaria (1), del tutto abbandonata. NeU'imminenza del grave pericolo, invocava dal Gomitato di Brescia qualche corpo di truppe in osservazione, almeno fino a Palazzolo, per tener lontane le incursioni nemiche sopra Bergamo Ma Brescia non potè mandare soccorso. *
Un furioso temporale che, durato a lungo, rese impraticabile ogni strada, costrinse Garibaldi ed i suoi a passar la notte in Merate, in vece di ripartire dopo due ore di riposo. A l'alba del susseguente 5 agosto continuarono la marcia per Monza* Quivi la Legione Italiana arrivava contemporaneamente a una terribile notizia. Carlo Alberto avea stipulata la consegna a Iadetzky della vicina Milano, malgrado. la solenne promessa che l'avrebbe difesa ad ogni eosto. Gli sbandati dell'esercito regio deterniinarono il battaglione piemontese ad abban­donare la colonna garibaldina per raggiungere il Ticino ; di più co­municarono il panico alla parte scadente dei volontari che, abbando­nate i fucili, sgattaiolava in ogni direzione. E ci-volle il prestigio e l'au­torità dell'Eroe sui buoni perchè questi, furènti per, tanta vergogna, non scaricassero le armi nel tergo dei .disertori. Ma quale angoscia avranno provato, per le funeste notizie di Milano, per lo spettacolo desolante di Monza, le anime di Garibaldi e di Mazzini ! Benché tutto si reputasse oramai perduto, la presenza e l'esempio magnanimo di quei grandi trattenne e rianimò la maggior parte" dei: volontari, che non vollero; depoire le armi senza tentare una disperata prova.
Del milite Giuseppe Mazzini così scrisse ancora il suo capo bat­taglione Giacomo Mediei. IJa marcia era molto faticosa : la piòggia cadeva a torrenti, e noi eravamo infradiciati fino all'ossa. Benché abituato ad una vita di studio e male atto all'esercizio di una marcia forzata, specialmente con tempo si cattilo, la sua serenità e confi­denza non dinninuivano neppure per un istante, e malgrado le rimo­stranze di noi, che temevamo per la sua salute, egli non volle mai fer­marsi, né abbandonate la colonna. Accadde altresì che, vedendo uno
" (1) Abbiamo già detto che, subito do.p4.la partenza di Garibaldi da Ber­gamo, il battaglione della Guardia tfftatótfatò Mobile, èra, a sua volta, partito con Gabriele CamozssS per la VaJcamoniNft.Tetano to.eegniio qua! esito info-, lice ebbe la spedizione.