Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
anno <1972>   pagina <577>
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Gli eserciti pre-unitari e quello italiano 577
nell'insieme la volontà rivoluzionaria dell'ufficialità garibaldina, poiché in realtà soprattutto di questa si trattava, al contrario di quanto era accaduto per 1 esercito borbonico, dove il problema principale era costituito dalla truppa. Al­cuni studiosi hanno ritenuto che lo scioglimento dell'esercito meridionale gari­baldino sia stato, da parte di chi lo volle, un grave errore perché avrebbe fatto venir meno una potente forza repressiva nel momento stesso in cui si scatenava la guerriglia antiunitaria, il che, per la verità, ci sembra alquanto dubbio. È assai poco probabile, infatti, che la massa dei volontari avrebbe accettato di buon gra­do una lotta dura ed estenuante, irta di pericoli e priva di gloria > quale quella che si stava iniziando.
In ogni caso, per partecipare alla repressione, le unità garibaldine avreb­bero dovuto essere riorganizzate e per far ciò era comunque indispensabile as­soggettarne i membri ad una ferma, eia pur breve. Sotto il profilo puramente tecnico, la disposizione del Fanti, secondo cui i volontari potevano scegliere fra il congedo con gratifica o la ferma di due anni, non era certo ingiustificata. Della scarsa disponibilità dei volontari ad impegnarsi nel completamento del­l'opera che ritenevano di aver portato a buon punto fa fede la calma con cui I settentrionali (che costituivano quasi la metà dell'esercito garibaldino), accet­tarono la soluzione che veniva loro proposta; se invece gran parte dei meridio­nali tumultuò ciò avvenne pia per il modo con cui si realizzarono i congeda­menti che per l'avvenimento in sé. '
D'altronde lo stesso stato maggiore garibaldino era convinto dell'impos­sibilità di trattenere a lungo i volontari; il progetto di Sirtori, infatti, per la utilizzazione dell'esercito meridionale prevedeva la costituzione di un corpo d'armata su 5 divisioni che dovevano essere stanziate in varie parti d'Italia cai modo da funzionare subito come centro di raccolta per tutti i volontari in caso di guerra .2) Un progetto, cioè, che dava già implicitamente per scontata hk riduzione del corpo volontari in tempi ordinari a poco più. che uno scheletro da ampliare rapidamente al momento del bisogno. Il problema, quindi, non ri­guardava tanto la truppa che, come tutti davano per certo, ai sarebbe ben pre­sto dissolta (previsione peraltro non diffìcile e destinata a verificarsi piena­mente visto che i gregari passati dall'esercito meridionale a quello regolare furono in tutto 76 di cui 67 sottufficiali),3) quanto i quadri. La questione degli ufficiali garibaldini era complicata dal loro grande numero (7.343 su 45.496 gregari),4) quanti, cioè, ne totalizzavano l'armata sarda e gli eserciti della Lega tosco-emiliana, che al momento della fusione sommavano 7.346 ufficiali su circa 180.000 nomini di truppa.
Prescindendo dalle polemiche sul modo in cui venivano distribuiti i gradi nelle unità di volontari e sulla famosa caccia ai decreti che si sca­tenò nell'ultimo periodo della dittatura garibaldina, il numero degli ufficiali era senza dubbio enorme soprattutto se posto in relazione alla stessa effi­cienza operativa dell'esercito meridionale. Infatti, nell'unica grande battaglia
i) F. MOLPESE, Lo sciogliménto dell'esercito meridionale ciu, p. 17. 2) P. PIERI, op. cit* p. 57. *) F. TORBE, op. rit p. 39. <) ìbidem, p. 40.