Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
anno <1972>   pagina <579>
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GU esercitò pre-unitari e quello italiano 579
pellaui, medici e veterinari per un totale complessivo di 1997 ufficiali. ') Se­condo il Molfcse ed il Pieri il totale di questi si sarebbe, però ridotto entro il mese di dicembre dello stesso anno a 1584. Ciò ci sembra poco probabile poiché le perdite del corpo affidali nel 1862 furono di 743 di eoi 242 dimessi volontariamente, 175 collocati a riposo, 141 morti, 138 rimossi e revocati, 31 perduti per cause diverse.2) Ora, poiché è difficile credere che coloro che avevano pazientemente atteso per più ti un anno di poter entrare nell'esercito regolare abbiano fornito il maggior numero dei dimissionari, considerato inai* tre che nessuno degli ufficiali garibaldini all'atto dell'immissione nell'esercito italiano aveva sufficiente anzianità per ottenere un collocamento a riposo e poiché, d'altronde, è da escludere che i morti fossero in prevalenza ex volon­tari, non restano che i revocati e rimossi come potenziale base di un'eventua­le epurazione ed anche in questo caso è difficile credere che questi fossero tutti ex appartenenti all'esercito meridionale, anche se il notevole incremento rispetto alle cifre dell'anno precedente non è spiegabile solo con l'aumento del numero totale degli ufficiali e dimostra un'indubbia volontà epuratrice. In ogni caso, l'immissione degli, ufficiali garibaldini costituì l'ultimo massiccio apporto al nuovo esercito italiano. Ciò venne a coincidere con il raggiungi­mento di un elevato numero dì quadri da parte della nuova forza armata: oltre gli officiali provenienti dal corpo dei volontari italiani, infatti, entra­rono a farne parte 141 ufficiali di provenienza diversa, 7 richiamati dal riposo, 1199 sottotenenti neo promossi il che, tenuto conto delle diminuzioni, portò l'esercito italiano ad una cifra totale di 16.051 ufficiali,3) cifra su cui, grosso modo, si sarebbe stabilizzato il totale degli ufficiali nell'anno, successivo.
Il 1863 può considerarsi sotto molti aspetti l'anno in cui la situazione del nuovo esercito si stabilizzò. È vero che, come abbiamo visto, in quest'anno ancora gran parte dell'esercito fu impegnata nell'opera di repressione al sud. Ih quello stesso anno, però, la leva fu effettuata in tutto il paese in base ad un'unica legge sul reclutamento e. per quanto il fenomeno della renitenza fosse ancora consistente (11,51 dei chiamati), il fatto costituiva di per se un inizio di normalizzazione. Una condizione di stabilità fu finalmente rag­giunta dopo i tumultuosi accrescimenti degli anni precedenti, per ciò che concerneva il corpo degli ufficiali. Finalmente, dopo Aspromonte scrive il Corsi, < fuwi un periodo di calma, per virtù del quale le condizioni delle nostre milizie vennero migliorando. Cessò quel crescere -spropositato e con esso il diluvio delle promozioni: ognuno potè guardarsi attorno e prender coscienza del posto ove l'aveva portato la fortuna, le scuole militari presero andamento regolare. H sergente capi che il suo officio non era soltanto uno scalino per giungere al grado di ufficiale. Il sottotenente sì rassegnò a contare ad anni invece che a mesi la sua anzianità di grado. Il tenente non si cre­dette più alla vigilia di diventar capitano messi appena i due righi .'') Il movimento all'interno del corpo ufficiali, infatti, in quell'anno registrò
t) C. GIBBONE, op. c, p. 49.
2) Ibidem, p. 33.
3) Ibidem.
*) C. CORSI, op. cit voi. II, p. 22.