Rassegna storica del Risorgimento
ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
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Massimo Mazzetti
francese o tedesco, perché non la veggono... Prima del 1866 parve dunque che il nodo della questione militare italiana fosse questo: aver rinquecen tornila soldati armati e buone fortezze per appoggio.1' Oltre a queste interessanti osservazioni va tenuto conto della situazione che si era venuta a determinare tra il 1859 e il 1866. È inutile soffermarci ulteriormente sul rifiuto che le popolazioni meridionali opposero all'Unità; interessanti sono, invece, le conseguenze di questo rifiuto. Che il contadino meridionale o l'ex soldato borbonico non fossero precisamente entusiasti di servire il nuovo Stato è fuor di dubbio; è anche, però, probabile che dopo un certo tempo di vita ai reparti, à adattassero alla loro nuova condizione, ma. in ogni caso, il loro atteggiamento doveva essere più improntato a fatalistica rassegnazione che ad una qualsiasi forma di adesione. II perdurare del * brigantaggio non solo creava situazioni umane difficili per i soldati meridionali al nord, ma aveva importanti effetti anche sulle truppe impiegate nella repressione. Come è slato giustamente rilevato,2) sotto il profilo tattico la guerrìglia, se metteva alla prova lo spirito di iniziativa dei comandanti delle unità minori, disabituava, però, quadri e truppa alle manovre in grosse formazioni, il che in pratica acuiva l'impreparazione dell'esercito ad affrontare una guerra véra e propria. Inoltre, sotto il profilo psicologico, a parte l'inevitabile logoramento che questo tipo di lotta impone alle forze di repressione, bisogna tener presente che i soldati settentrionali, abituati ad essere considerati e quindi a considerarsi, truppa di occupazione ed a vedere nell'abitante locale il potenziale nemico, invece di cercare di comprendere gente con costumi e tradizioni così diversi dai propri, era portato fatalmente a rifiutare la società meridionale e ad elevare a verità indiscusse i propri pregiudizi contro di essa. Pregiudizi che, una volta congedato, avrebbe trasmesso agli abitanti della vallata piemontese o dèlia pianura emiliana da cui proveniva. In questo modo si aumentava la separazione esistente tra le varie popolazioni italiane anziché avvicinarle tra loro.
C'era una grande differenza tra l'esercito nazionale del 1866 e gli eserciti preunitari del 1859, non solo nel numero enormemente accresciuto (nel *66 l'Italia mise in campo un esercito di 318.890 uomini senza contare i 40.784 volontari),3) ma anche e soprattutto sotto il profilo qualitativo. Le milizie preunitarie erano estremamente omogenee, molto spesso avevano caratteri semi-professionali, e, per le loro caratteristiche regionali, erano tenute unite dalla omogeneità di consuetudini sociali e dalla comunanza di sentimenti dei propri membri; appartenevano, inoltre, per di più a Stati che avevano tradizioni spesso secolari. Le loro caratteristiche non potevano, quindi, che essere diversissime da quelle dell'esercito dello Stato nuovo, nato tumultuosamente nel volgere di venturi mesi, non senza profonde dilacerazioni. Quale comunanza di sentimenti e di interessi potevano, nel 1866, unire tra loro il richiamato settentrionale che aveva preso parte alla repressione del brigantaggio con quello meridionale che era stato costretto per alcuni anni a prestar servizio al nord?
) Ibidem*
2) COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE, SEZIONE STORICA. La campagna del 1866 in Italia* Roma, 1875, voi. I, >p. 8-9 (citala da qui innanzi come Relazione Ufficiale 1866).
3) F. TORRE, 1866 rifc, pp. 196 e 212,