Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
anno <1972>   pagina <587>
immagine non disponibile

Gli eserciti pre-unitari tv quello italiano 587
Quando, però, dopo il '62 la situazione si stabilizzò furono le scuole a fornire il maggior numero di nuovi sottotenenti* Dai dati raccolti, comunque, risulta che su 19.934 ufficiali che dal 1859 al 1865 appartenevano o furono inquadrati nei ranghi dell'annata sarda e poi dell'esercito italiano, solo un numero oscillante tra 6.700 e 6.300 proveniva dai sottufficiali. Bisogna considerare inoltre che, dei ventimila ufficiali cui si è fatto cenno, 1483 appartenevano ai servizi religioso, veterinario e medico e che il fenomeno delle 1.351 dimissioni volontarie verifi­catosi in quegli anni non deve aver interessato che marginalmente gli ex sottuf­ficiali per i quali il nuovo stato costituiva una indubbia promozione sociale. D'altronde non molto numerosi devono essere stati gli ex sottufficiali, solita­mente molto disciplinati, revocali o rimossi. Nonostante tutto ciò ci sembra di poter affermare che su 15.507 ufficiali in servizio attivo e in aspettativa alla data del 31 dicembre 1865, i provenienti dai sottufficiali non potevano essere il 50 . La relazione, invero, parla di un numero di ufficiali considerevolmente inferiore (13.800), il che fa presumere si riferisca alle sole truppe attive con esclusione, cioè, del personale dei servizi, del corpo invalidi e veterani (che aveva numerosissimi ufficiali, in grandissima parte di provenienza borbonica), e lo stato maggiore delle piazze nei cui quadri i provenienti dai sottufficiali non erano numerosi. Anche in questo caso, però, ci sembra assolutamente da escludere che i provenienti dai sottufficiali superassero il 47 . Che i quadri dell'esercito di campagna fossero composti nel 1866 dal 47 o, molto più prò* babilmente, dal 45 di ex sottufficiali, non è indice né di scarsa efficienza dei reparli, né di una mancanza di omogeneità nei quadri. Innanzi tutto non si può fare lo stesso discorso per tutti i provenienti dai sottufficiali: quelli, in* fatti, che erano stati promossi ai gradi superiori prima del 1859 non solo avevano alle spalle anni d'esperienza nelle nuove funzioni, ma erano stati accuratamente selezionati: ') quelli promossi dopo il "59 poi, salvo rare eccezioni, nel "66 svolgevano il compito di comandanti di plotone e di compagnia, un ruolo, quindi, considerati i moduli tattici del tempo, in cui la loro esperienza e la loro abitudine alla disciplina poteva valere quanto e forse più dell'entusiasmo degli ufficiali improvvisati.
Passando poi al problema, dell'omogeneità dei quadri, va rilevato che nel periodo tra il '60 ed il '62, in cui furono promossi 3.562 sottufficiali, questi non potevano che essere in grandissima parte piemontesi. Benché, infatti, i sottuf­ficiali provenienti dall'esercito toscano dessero senza dubbio un apporto a que­ste promozioni, tuttavia, dato il loro numero, questo non poteva essere molto consisterne; meno cospicuo fu, con ogni probabilità, l'apporto delle truppe emi­liane in considerazione della loro stessa scarsa omogeneità.21 Anche alcuni ex appartenenti all'esercito austriaco poterono raggiungere le ambite spalline, ma si trattava di un numero Limitatissimo. Tutti questi apporti non potevano far fronte che in minima parte alla richiesta di ufficiali, e se si considera che nes­suna immissione di sottufficiali fu fatta dall'esercito borbonico e quanto esiguo
1) Fra questi, a treno rigor di logica, avrebbe dovuto esser considerato lo stesso generale Ci aldini che proveniva a i hi i rimira dalla truppa.
2) fi De Bono riferisce ohe gli ufficiali emiliani erano stati soprannomi miti dai piemontesi e quelli del salame, dal rancio di salamini stabilito da Maria Luisa per i suoi soldati > ( E. DB BONO, op. ri/., p. 22) ; ciò induce a pensare che la componente parmense sì fosse affermala tra gli emiliani come la più notevole anche a seguito di numerose promozioni tra I sottufficiali.