Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO ITALIANO 1861-1866; STATI PREUNITARI ESERCITI 1859-186
anno <1972>   pagina <588>
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Massimo Mazzetti
fosse il contributo dot garibaldini, non si può far a meno di concludere che la stragrande maggioranza dei sottufficiali promossi al rango superiore negli anni immeillatamente seguenti l'unità, non poteva che provenire dall'esercito sardo. Ciò non esclude cbe, anche negli anni successivi, i sottufficiali piemontesi siano stati in maggioranza tra i promossi, poiché, subito dopo il 1860, mentre era pos­sibile ad un giovane delle altre regioni accedere alle scuole militari del Pie­monte o Mitrare in quelle istituite nelle varie province annesse, purché dispo­nesse di particolari tìtoli, solo il Piemonte disponeva di un solido insieme di quadri sottufficiali da cui trarre gli elementi per far fronte all'enorme richiesta di nuovi ufficiali.
Sulla base di queste considerazioni si può concludere che la presenza di una massa di ex sottufficiali costituiva un potente fattore di omogeneizzazione nei reparti minori. La schiacciante presenza piemontese tra gli ex sottufficiali, infatti, imita agli elementi del vecchio esercito sardo che non avevano rag­giunti gradi superiori e ai provenienti dalle scuole, in buona parte anch'essi piemontesi, e comunque formati nello spirito militare subalpino, garantiva un minimo di omogeneità nei quadri delle minori unità, assicurando in queste (e di conseguenza in tutto l'esercito) la continuità della tradizione militare del Regno di Sardegna, anche se l'intima fusione fra i vari elementi che compone­vano gli stessi quadri, ai minimi livelli, era ancora lungi dal realizzarsi. Più complessa e molto meno omogenea ci appare la situazione dei quadri superiori. Tra il 1859 ed il '66, infatti, furono promossi 9.209 sottotenenti tra i quali, per le ragioni su esposte, l'elemento piemontese aveva una prevalenza schiacciante. Nello stesso periodo entrarono a far parte dell'esercito (prescindendo da cap­pellani, medici e veterinari), altri 6.614 ufficiali, il cui numero appare rile­vante se confrontato con quello dei quadri originari dell'armata sarda, che, escludendo i servizi, disponeva di 3.213 ufficiali. ') vero che molti ufficiali emiliani provenivano dall'esercito piemontese, ma è del pari vero che solo su questo gravarono sia le perdite della guerra d'indipendenza, sia le diminuzioni per il passaggio al servizio della Francia di molti savoiardi e nizzardi. È da tener presente, peraltro, che gli ex borbonici e gli ex garibaldini, che costi­tuivano la maggioranza dei nuovi incorporati, furono in genere ammessi troppo tardi per beneficiare delle rapide promozioni che si verificarono nei primi anni post-unitari.*)
L'entrata a far parte dell'esercito di questa aliquota di ufficiali anche se non determinò grossi spostamenti nella compagine militare (poiché il vertice continuò ad essere composto in gran parte da Piemontesi o da ufficiali che erano entrati a far parte dell'esercito sardo prima del 1859, e la grande mag­gioranza dei subalterni, per i motivi dianzi esposti, fu composta anch'essa da subalpini in buona parte ex sottufficiali), fece tuttavia sì che nei gradi intermedi, da capitano a tenente colonnello, si realizzasse un eerto equilibrio tra i prò-
') Si tratta di 3.056 ufficiali alle armi nel 1859 più i 157 richiamali dal riposo.
2) Dal 1860 al 1864 vi furono nell'esercito'regolare 15.556 promozioni di cui: 4 a generale d'armata, 60 a tenente generale, 132 a maggior generale, 343 6 colonnello, 483 a tenente colonnello, 831 a maggiore, 2.623 a capitano, 4344 a tenente e 6734 a sottotenente. Cfr. C. GIBBONE, O/>. citn p. 36. È evidente che in questo periodo alcuni furono promoesi due volte; a ciò, inoltre, bisogna aggiungere le rapidissime promo­zioni del periodo precedente.