Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
anno <1972>   pagina <605>
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Libri 6 periodici 605
turale che, nella visione della nuova cultura europea. esternavano in critiche all'azione del Governo, ponendo racconto su un'ampia revisione della politica estera e interna della Repubblica, quali una -coerente scelta di neutralità armata e una efficace tutela, contro le sopraffazioni straniere, dei commerci e della naviga­zione genovese (p. 8). In particolare viene ricordato, oltre alla figura del De Mari, il pensiero del Grimaldi cbe nel Ragionamento teorico-pratico aopra le cagioni, gli abusi e i rimedi della mendicità (mg; cbe si conserva nella Biblioteca Universitaria di Genova) ne affrontava il problema coll'enunciare il concetto, valido per l'Italia, che la ricchezza di una nazione * non consiste nella massa dei metalli preziosi, ma nella moltitudine degli uomini (G. B. GHIMALDI, ms. ciu, e. 9). Altre soe proposizioni interessanti erano la massima valorizzazione della fona lavoro, cne avrebbe in seguito trovato nel Pini la più completa -realizzazione della formula , e l'enunciazione del­l'obbligo dell'assunzione, da parte dello Stato, dell'onere dell'invalidità, della vecchiaia e delle malattie.
Ma la pubblicazione del l'annuncio, apparso negli Avvisi del 3 giugno 1786, o Idea per una costituenda società che promuovesse le arti e le manifatture doveva essere l'occasione per la istituzione sul finire del giugno, da parte degli aderenti firmatari del documento, della Società Patria. Nell'idea veniva tra l'altro sancito ohe la classe degli artigiani era l'unica, assieme a quella degli agricoltori, che meglio promuovesse la ric­chezza e quindi la forza dello Stato (p. 28), e venivano inoltre indicati i principi cui' doveva attenersi la Società.
Interessanti sono la definizione che l'A. dà di tale atto (p. 32) e il giudizio da lui espresso sulla funzione della Società rispetto al complesso della esperienza riformista (p. 37).
Passando al campo delle realizzazioni, l'A. nel constatare la rilevanza del feno­meno della ripresa dell'espansione dell'industria laniera e cotoniera nel periodo 1780-1790 cerca anche di evidenziare la eventuale esistenza di rapporti tra l'azione del Governo e il preesistente tessuto produttivo. Nel 1761, infatti, rifacendosi olle leggi del 1528, i Collegi avevano emanato due successivi proclami reclamizzanti vantaggi a tutti coloro cbe avessero introdotto nuove arti o migliorato quelle esistenti. Altro inter­vento, del tutto specifico al settore laniero, furono le misure adottate per favorire la ripresa dell'arte della lana, in seguito alla presentazione da parte della Deputazione al Commercio, tra il 1758 e il '59, di una Esposizione riguardante la medesima arte, su richiesta del Senato.
Dopo un accenno al Boggiano, quale fautore di una nuova politica imprenditoriale per aver presentato nel 1778 una richiesta di privativa per una fabbrica di panni fore­stieri e drappi di lana, l'A. tratta della figura di De Albertis. Impegnato in attività laniere fin dal 1780 e successivamente membro della Società Patria, aveva presentato nel 1792 la richiesta di privativa per una fabbrica di panni londrini, in cui rivolgeva la sua attenzione alla soluzione di due aspetti fondamentali del problema macchine e mano d'opera -, da risolversi rispettivamente con l'introduzione, nel processo pro­duttivo, di soluzioni aziendali avanzate e l'utilizzazione in esso anche di non matri­colati.
Nel settore cotoniero, invece, alla legge approvata dal Senato nel 1739, che aveva infranto la tradizionale soggezione dei filatori ai mercanti, si. passò con il regolamento del 1754 a un clima di monopolio più rigido che nel passalo, stabilendosi con esso una divisione nella classe degli artigiani e riservando solo ad alcuni di essi, i mae­stri filatori, un ruolo di mediatori tra i mercanti e la categoria dell'arie. Nel 1762 il regolamento venne abrogato, ma le tensioni continuarono e si acuirono tra 1*80 e 1*85; né ad esse posero fine i nuovi capitoli- approvati dal Senato nel 1788. Solo nel Novanta, dietro l'apporto della Deputazione al Commercio e, come si vedrà in seguito, della Società Patria, si incominciarono a intravedere nel settore segni di dinamismo che ci aiutano a spiegare il consolidamento successivo di tali iniziative (p. 66).
Se hi Deputazione al Commercio, una emanazione importante della classe di Governo , manifestava uno non trascurabile facoltà di elaborazione dei problemi ri­guardanti la qualificazione del prodotto, nuove tecniche produttiva e nuove forme