Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
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1972
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Libri e periodici
operazioni mi Ut uri e sull'abdicazione di Carlo Alberto; il Cadorna Atesso racconta da protagonista in quanto era al Quartier generale come rappresentante governativo.
E giusto poi far menzione degli e appunti di pugno del Buffa sul periodo ini me-ratamente successivo, che sono molto significativi. Ad esempio il 18 maggio il Nostro annotò: Gli avvenimenti odierni mi hanno fatto venire nella convinzione che a sostenere e vincere la guerra nazionale e tutte quelle che sono di vita e di morte d'un popolo siano infinitamente più utili i governi estremi che i mezzani e moderati, cioè più l'assolutismo e la repubblica che la monarchia costituzionale. Se il Piemonte avesse cominciato la guerra prima delle riforme, l'avrebbe forse vinta. La Repubblica Romana, novellina e disorganata com'è, batte i francesi, fuga i napolitani, resiste agli austrìaci .
In alcune note intitolate Memorie del 1849 , che vanno dal settembre al dicembre 1849, viene invece descritto un colloquio avuto con il giovane re Vittorio Emanuele II. Del sovrano egli scrisse così: L'occhio, il viso e le parole di lui a volta a volta esprimevano bontà, voglia di fare il bene, dispetto e sospetto. In certi momenti i suoi occhi grigi avevano uno sguardo che mi pareva falso, colpa forse delle ire e dei sospetti che altri avevano saputo in stillargli nell'animo. Talvolta mostrava una non so quale espansione di cuore burbera e militare che mi piaceva... . Il ritratto è tratteggiato davvero con acume. Per finire, in appendice si trovano altri scritta politici ed i testi programmatici del partito c.osidetto di centro-sinistro, sempre di mano del Buffa.
I tempi erano maturi per lasciare la sconfitta dietro le spalle e far incamminare il il Piemonte lungo la strada che il Cavour avrebbe poi splendidamente percorso.
GIANFRANCO E. DE PAOLI
CAMILLO LACCHE, Cronache ferroviarie del Risorgimento italiano; Viterbo, siamp. Agne-sotti, 1970, in 8, pp. 239. L. 2.200.
Dopo alcune considerazioni sull'avvento delle locomotive meccaniche che, in un breve volgere di anni rispetto alle altre acquisizioni fatte dall'uomo, quali l'invenzione della ruota che si perde nella notte dei tempi e l'uso di verghe metalliche o assi effettuato dalle più antiche civiltà per vincere l'attrito del terreno sui corpi rotolanti su di esso, doveva iniziare una nuova era nel campo della tecnica della propulsione e dei trasporti terrestri, l'A. passa a trattare l'argomento precipuo del presente saggio che è quello di offrirci una visione di insieme, limitatamente all'Italia, di uno dei più grandi fenomeni di tutti i tempi, costituito dall'introdnzione delle ferrovie.
Pur conoscendosi come si osserva nelle note introduttive , già verso la fine del secolo XVII, la forza del vapore, di cui ed dovevano avere solo agli inizi del secolo successivo le prime esperimentazionà o prototipi di macchine a vapore, le più ottimistiche previsioni sulla potenziale applicazione di tale congegno nel campo dei trasporti ai incominciarono a intravedere solo nel 1770, allorché, ad opera del francese Cugnot, venne operato il connubio tra macchina e ruote; mentre il successivo accoppiamento tra quest'ultimo tipo di macchina e le guide di ferro o binari esperimentato nel Galles, da parte dell'inglese Trevithick, sull'esempio di quanto era avvenuto nei tradizionali mezzi di trasporto, doveva far segnare nel 1804 la data di inizio dell'avvento delle ferrovie (pp. 11-12).
Originatosi fin dagli inizi del Risorgimento, il fenomeno ferroviario fu avvertito, anche se in vario modo, in lutti gli Stati italiani preunitari e l'effetto collaterale più notevole che arrecò, mano a mano che il fenomeno stesso si diffondeva, fu senza dubbio come ai dirà meglio in segnilo quello di ravvivare e incrementare sempre più interna e vasti impulsi unitari nell'animo degli Italiani o almeno in quello delle forze più vive della Nazione. Circoscritte al periodo risorgimentale, le e cronache sono stale suddivise, ad eccezione del primo periodo che va dalla metà circa degli anni Trenta epoca in cui si incominciarono ad avere le prime progettazioni e proposte fino al 1850, in quinquenni (dal 1851-1855 al 1866-1870), in ognuno dei quali viene