Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
anno
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1972
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pagina
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619
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Libri e periodici 619
La raccolta e preceduta da un'acuta od obiettiva prefazione di Renzo De Fedire, puntualizzante il livello di sviluppo storiografico raggiunto dal Cordova in questi suoi scritti giovanili, ed in cui si mette in rilievo la validità di questi contributi all'ancor incompleto disegno della Calabria nella sua storia contemporanea.
I saggi raccolti coprono un arco di tempo che va dal primo risveglio colturale post-unitario ai primi movimenti fascisti e anti fascisti calabresi.
Dalla prima larvata sensibilità verso i problemi locali, verificatasi nell'ambito dell'Accademia di Science e Lettere di Catanzaro (1864-1867), alla presa di coscienza del problema calabrese da parte di uno storico che della rigenerazione della Calabria, o più esattamente della borghesia calabrese, constatati i fallimenti del '48 e del '60, fece il suo credo di storico e di uomo, Oreste Dito.
Dopo aver parlato di Lorenzo Saluzar, altro illustre personaggio della vita culturale calabrese, direttore della Biblioteca di San Martino di Napoli, per la anale raccolse importanti manoscritti e cimeli deaanctisiani, l'autore passa a parlare della Società Calabrese di Storia Patria, della eoa nascita, del suo tentativo... di inserirai fattivamente nella vita dello Stato liberale, rompendo il cerchio del vecchio clientelismo meridionale (p. 87), dell'influenza che su questa ebbe Oreste Dito, con il suo insistere sulla necessità di risvegliare in Calabria uno coscienza regionale, ed infine del fallimento di gran parte di queste idee.
Dopo aver in tal modo ricostruito criticamente la formazione di una certa < cultura regionale, si passa, forse un po' troppo bruscamente, ma questo è un limite scontato per ogni raccolta di tipo antologico, ai tumultuosi anni del primo dopoguerra.
II discorso del Cordova non è per questo meno organico: in. questi saggi, infatti, si può cogliere un sottile filo che lega l'evolversi della società calabra post-unitaria, che cerca nel nuovo Stato una propria autonoma azione, e la confusa e discordante reazione della stessa al fascismo.
Paradossalmente i motivi di adesione e di contrasto con lo Stato liberale, si riproducono, quasi totalmente, nei confronti del movimento fascista.
E proprio questa seconda parte poi, costituisce per questa sua analisi un utile ausilio, con la sua documentazione, alla storia dei movimenti cattolico e socialista calabresi.
GIULIANA GIANNINI
ALFREDO CAFONE, L'opposizione meridionale nell'età della Dèstra ; Roma, Edizioni dì Storia e Letteratura, 1970, in 8, pp. 407. L. 6.000.
11 lavoro di Capone viene veramente a colmare una lacuna negli studi di storia del Mezzogiorno. Alla luce delle esigenze e delle prospettive di ricerca della più recente storiografia sull'argomento (Villani, Galasso), diretta a superare la frattura tra mondo etico-polìtico e strutture economico-sociali, e al di là della letteratura meridionalistica, a dare una valutazione nuova della questione meridionale, l'autore ha studiato, attraverso una ricerca ampia e riccamente documentata, lo svilupparsi nel Mezzogiorno, tra il 1861 e il 1876, di un fronte di opposizione agraria alla politica economica della Destra. Tale opposizione organizzata dalla Sinistra, in cui confluiscono i vari grappi di borghesia meridionale, si propone di rovesciare a favore del Mezzogiorno quel sistema politico ed economico dominato dalle regioni centro-settentrionali. Svolgendo un'indagine su due livelli, Capone esamina da un lato i problemi e il tipo di sviluppo della borghesia agraria meridionale, e dall'altro la posizione, la parabola politica della Sinistra meridionale, che di quella classe divenne interprete, fino alla caduta della Deatra.
L'autore, in un'interessante premessa al suo lavoro, nel ricercare le ragioni dì tale opposizione agraria >, esamina mollo ampiamente il problema delle cause storiche che impedirono la diffusione, soprattutto nel Mezzogiorno, di uno sviluppo capitalistico dell'agricoltura, e quindi il tipo di politica economica dei governi della Destra e il dibattito che ne è seguito.
Capone mostra di appoggiare la tesi sostenuta dalla borghesia agraria, poi formo*