Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
anno <1972>   pagina <621>
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che subordinando gli interessi agricoli meridionali a diverse prospettive di sviluppo, impediva il compimento del già avvinilo processo di borghesizzazione della proprietà terriera e dello sviluppo capitalistico dell'agricoltura.
A parte l'eccessivo rilievo dato a quello sviluppo, i cui limiti sono stati già rile­vati, ciò che non è chiarito è la responsabilità della borghesia meridionale nel determi* nare tale subordinazione, la sua incapacità, dimostrata nei primi anni dopo l'Unità, a porsi come classe realmente dirigente.
Capone, sottolineando la sostanziale identità di interessi tra piccola e grossa bor­ghesia, ritiene infondata la supposizione di alcuni storici, di un'alternativa democratica meridionale, dì un orientamento < filo democratico della piccola borghesia come espres­sone di progressive istanze sociali , contrapposto a un fronte di ricca borghesia con­servatrice, perché * in realtà la prima mirava soprattutto a raggiungere le stesse posizioni sociali della seconda ( p. 22).
Anche se è indubbia la incapacità dei democratici di formulare un organico pro­gramma di effettivo rinnovamento delle strutture economico-sociali, alternativo alla poli­tica dei moderati, certamente valide e di e ispirazione democratica come lo stesso Capone, in altra parte ammette erano le richieste della piccola borghesia, di solu­zione della questione demaniale e dei beni ecclesiastici, dell'ordinamento comunale e provinciale, ecc.
Determinante ai fini della svolta costituzionale della Sinistra meridionale è - secondo Capone il fallimento del tentativo rivoluzionario, in coincidenza con la ripresa dei tentativi legittimisti, culminato nelle dimissioni dei deputati meridionali più estremisti nel '63-*64. Da qui scaturì la volontà, da parte dei maggiori responsabili dela Sinistra meridionale, di intraprendere una via .nuova, e quindi lo sbocco in Un partito di opposizione legale, sotto la direzione di JNicotera. Attraverso la rottura col gruppo napoletanista del Ricciardi, l'allontanamento dal Mazzini e dall'ala più radicale della Sinistra, e l'accordo col Lazzaro, inizialmente più subordinato all'iniziativa della Sinistra settentrionale, il Niootera riusci a portare il partito su una piattaforma politica unitaria, inaugurando così la Sinistra storica. H nuovo programma, basato sull'iniziativa meridionale, diretta cioè ad un radicale mutamento dell'equilibrio poli­tico , di conseguenza ad un mutamento di direttive di governo nei confronti del Mezzogiorno, affermava nettamente la non convergenza sulle posizioni della Sinistra parlamentare e mordiniana e l'ostilità ad ogni prospettiva di centro-sinistra (p. 151), che avrebbe escluso ancor più il Mezzogiorno dal gioco politico ed avrebbe soppresso ogni spazio di azione politica alla deputazione meridionale (p. 152).
Il raggiungimento di una linea unitaria nella Sinistra meridionale venne agevolato secondo il giudizio di Capone dal pericolo rappresentato, nelle elezioni del '65, dal partito degli uomini nuovi , la nuova lìnea politica del De Sanctis, che tendeva, con un ritorno alla politica cavouriana del connubio , alla formazione di una nuova maggioranza progressiva costituita dall'ala non piemontesista del partito moderato e dalla Sinistra parlamentare. Infatti, tale programma di centro-sinistra nasceva proprio dalla divisione politica e regionale avvenuta in seno alla Sinistra italiana, che aveva portato all'isolamento dell'ala meridionale, e dalla volontà del De Sanctis di costituire un'alternativa alia Destra pura, e insieme di rendere definitivo quell'isolamento.
Capone rileva come emerga chiaramente fin da ora, tuia netta differenza tra i due programmi che furono poi chiamati della Sinistra storica e della Sinistra giovane, e sottolinea il carattere sostanzialmente conservatore e amministrativo del secondo, e La Sinistra giovane intendeva difendere gli interessi della liorghesia meridionale e del Mez­zogiorno; ma solo nella misura in cui essi non ponevano in discussione le strutture dello Stato unitario, che erano strutture essenzialmente moderate. La Sinistra " storica ** invece, non dissociava la difesa di questi interessi da una modifica di quelle strutture (p. 172). Mentre il programma meridionalistico della Sinistra giovane non andava al di là di una revisione della politica di u esclusivismo " perseguita- dai moderati nel Mezzogiorno e di talune riforme di carattere amministrativo , la Sinistra meridionale ormai aveva abbandonato il vecchio tema dell'esclusivismo e ondava ponendo realisti­camente la propria candidatura al potere per attuare una politica interamente nuova