Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
anno <1972>   pagina <622>
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622 Libri, e periodici
verso il Mezzogiorno almeno così era nelle intenzioni alternali va a quella dei mo­derati (p. 172).
Le Sezioni del '65, che portarono a un grosso successo della Sinistra ed a una fotte sconfitta della Destra nel Mezzogiorno, sanzionarono la svolta conservatrice della Sinistra meridionale, sempre più caratterizzata da un contenuto economico ed ammini­strativo, e determinarono di conseguenza l'acceleramento del distacco dall'ala repubbli­cana e radicale del Mazzini, in. cui già cominciavano a distinguersi coloro che poi si orienteranno verso H bakuninismo.
Particolare rilievo è dato da Capone ai fenomeno politico che emerse all'indomani di quelle elezioni e che poi sarà determinante nel futuro del Mezzogiorno; lo svilup­parsi, cioè, di un primo trasformismo, il 'prevalere, nella vita politica -italiana, delle esigenze locali, regionali, sulle posizioni ideologiche e politiche, e sulla divisione dei due -partili storici. I partiti iniziarono un processo di interna disgregazione a causa degli emergenti regionalismi, i quali si contrapponevano, gli uni agli altri e tendevano, ine­vitabilmente, a subordinare gli interessi più deboli (p. 191). ciò sia nella Sinistra suddiviso nei vari gruppi dei mordiiriani, meridionali, rattazziani, permanenti, radicali ma soprattutto nella Destra, in cui fin dal '62 si fronteggiavano il gruppo subalpino con capo il Sella e il Lonza, e il gruppo toscano, raggruppato intorno al Ricasoli e al Manchetti, rappresentanti dei due maggiori gruppi di borghesia capitalistica italiana. Alla base di questo contrasto era la diversa visione del futuro sviluppo capitalistico del­l'economia italiana : da un lato, la concezione pubblicistica dello Stato, espressione degli interessi piemontesi, dall'altro, la concezione liberista pura del gruppo toscano.
Ciò che soprattutto intende sottolineare Capone, è il cuoio subalterno che veniva ad assumere il Mezzogiorno nella vicenda di questo antagonismo da cui esso rimase sostanzialmente estraneo, dalla quale tuttavia era politicamente ed economicamente con­dizionato s> (p. 198). La prassi trasformistica, iniziata dal De Sanctas nel '65, sarà ripresa con ben diversa funzione conservatrice, tra il '67-'68 dal terzo partito del Mordini, per impedire la realizzazione di una nuova maggioranza basata sull'intesa tra il Rattazzi e la Sinistra meridionale. Continuava puntualmente a ripetersi il fenomeno per cui, quando si profilava il pericolo di uno spostamento verso il Sud dell'asse della Sinistra e, quindi, di una meridionalizzazione della vita pubblica, i partita tendevano a " tra­sformarsi'', cioè a riequilibrare lo schieramento tradizionale per poter bloccare tale pericolo ( p. 246). Capone sottolinea come dal '67 in poi si precisi sempre meglio il ruolo del Nicotera nell'ambito della Sinistra meridionale, e, soprattutto dal '68 al '72 ai sviluppi il suo tentativo di inserire l'opposizione meridionale nel gioco del trasformi­smo dei partiti, attraverso l'alleanza col gruppo piemontese del Sella. Il fallimento del dialogo mcoterino , avvenuto nel '72 su questioni di anteresse regionale, rivelava l'equivoco politico che ne era alla 'base, in quanto dimostrava come osserva Capone il rifiuto dei piemontesi ad un'alleanza non strumentale, ma realmente politica, coi meri­dionali, alleanza che avrebbe comportato l'inizio di una politica nuova nei confronti del Mezzogiorno, e una modificazione di tutto il sistema piemontese (p. 307). La con­seguenza fa II passaggio del Nicotera ad una posizione più intransigente, demagogica, u un e nicoterismo tout court , diretto al rovesciamento di quel sistema trasformistico instaurato dalla Destra, e all'inizio di una politica favorevole al Mezzogiorno. Tale disegno avrebbe dovuto portare ad una nuova maggioranza di governo di Sinistra, attraverso l'alleanza con un gruppo di Destra dissidente. L'azione, tentata presso il Sella e il gruppo piemontese, fallì anche per l'opposizione del Depretìs e dell'ala setten­trionale della Sinistra. Riuscì, invece, con la Destra toscana, e condusse, attraverso U riavvicinamento tra Nicotera e il Depretìs sulla base del rigetto in blocco delle con­venzioni ferroviarie -- alla 'involuzione parlamentare del 18 marzo e alla caduta della Destra. Anche se giustamente osserva Capone quell'accordo tra Sinistra settentrio­nale e Sinistra meridionale si dimostrò precario, e non poteva essere altrimenti, nato com'era su una provvisoria piattaforma di compromesso tra opposti interessi regionali (p. 889).
Perciò l'avvento della Sinistra al potere, anche se vide protagonisti i meridionali,