Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
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1972
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Libri e periodici
statistiche precise della situazione economica, demografica, etc- nonché dei rapporti con il partito socialista italiano e quello austriaco e le relative organizzazioni tiro lesi. La monografia completa infine l'opera iniziata con il commento dello stesso Mon-teleone dell'Epistolario di Cesare Battisti, per il primo volume, e degli Scritti compiuta in occasione dell'edizione del 1966 promossa dalla Nuova Italia di Firenze.1)
MARCELLA OEAMBROSIS
GIOVANNI CORRADINJ, Liberali e cattolici nelle Marche (19004915); Urbino, Argalìa, 1970, in 8, pp. XVI-268. L. 2.500.
Fra i motivi per cui il processo risorgimentale italiano va esteso fino agli anni cruciali del primo conflitto mondiale, non ultimo e quello che prende in esame la tendenza, intrinseca alle istituzioni liberali, di recuperare nel proprio alveo le forze politiche che, seppure con motivazioni ed atteggiamenti diversi, avevano rifiutato il Risorgimento, cosi come esso era stato condotto e realizzato. Tale scopo sembrò alfine raggiunto, sotto molli aspettò, nella consultazione elettorale del 1913, quando liberali e cattolici, salvo frange trascurabili, votarono compatti per il blocco dell'ordine, di fronte alla pressione, talvolta violenta, dell'Estrema Sinistra,
Sopiti, se non definitivamente cancellati, rancori e rivendicazioni, giungeva allora a conclusione un lungo periodo storico, caratterizzato da due momenti vibrante di tensioni politico-patriottiche e periodicamente percorso da vicende belliche, il primo : fondamentalmente di assestamento e di ristrullurazione, l'altro - - tra i quali la dichiarazione di Roma capitale aveva avuto la funzione di spartiacque. Dall'occupazione di Roma agli anni tormentati di fine secolo, liberali e cattolici procedettero lungo direttive parallele, o reciprocamente ignorandosi o lasciandosi andare a prese di posizione che rasentarono lo scontro drammatico.
Col nuovo secolo, la situazione politica italiana subì una chiara evoluzione: motivi di forza maggiore ila difesa dell'ordine, contro la spinta delle forze eversive, in primo luogo resero possibile l'incontro > tra i due blocchi contrapposti. Naturalmente, tale processo di avvicinamento si realizzò con ritmi e situazioni differenti all'interno di ogni singola <regione storicamente determinata.
Il Corradini, nel volume in argomento, incentra l'attenzione sulle Marche, mettendo in risalto il diverso retroterra politico che, da un collègio all'altro della regione, condizionava sia i risultati delle consultazioni elettorali sia gli orientamenti degli uomini politici. Nella sua indagine, l'esperienza marchigiana, piuttosto che rinchiudersi nei limiti angusti del regionalismo, acquista la funzione di un campione , rispetto alla più complessa realtà nazionale.
Dopo una pregevole prefazione di Giovanni Spadolini, il lavoro si apre con un'ampia panoramica delle forze politiche operanti nella regione dal 1870 al 1900, per passare poi all'analisi dei diversi momenti e dell'avvicinamento e della collaborazione quasi timoroso, da ambedue -le parti, quello; dichiaratamente ammessa, questa - tra le due componenti predominanti dello schieramento politico italiano d'inizio secolo.
Htm si trattò di un incontro facile. Nel campo liberale, si sviluppò il dissidio tra twi settore conservatore o comunque moderato, preoccupato di portare i cattolici
') Cfr. sulle organizzazioni sindacali M. DEAMBROSIS, in Avanti/, 12 maggio 1964 e 3 luglio 1968. Di Gcioo RAPFAELLJ, // Movimento operaio trentino dal Mutualismo alle prime Camere del Lavoro, in Movimento Operàio, 1955 Di LEO VALIANI cfr. Il Partito Socialista Italiano nel periodo della neutralità, in Annali Feltrinelli, 1962, p. 260 e La dissoluzione deM'Austria Ungheria, Milano, 1966. Di CESARE BATTISTI cfr. Scritti ed Epistolario cit, e le introduzioni di ALESSANDRO GALANTE GARRONE e FAOLO ALATSI.