Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
anno
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1972
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633
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Libri e periodici
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ni riconoscimento dello status quo nella questione romana (p. 53) e quindi di < recuperarli allo Stato per la difesa delle istituzioni, ed una frangia - - generalmente di estrazione progressista che vide in quell'incontro il rinnegamento dell'eredità laica del Risorgimento e, per contrapposizione, si accostò ai partiti popolari, trovando nel motivo dell'anticlericalismo la base per una comune azione politica. Tra i cattolici, d altra parte, perdurò sempre, ad un livello più o meno latente, l'ostilità verso le vicende risorgimentali; ed il patto Genti Ioni non riuscì a sanare quell'ambiguità di fondo tra il rifiuto ideale e l'accettazione necessaria dell'alleanza moderata (p. 185). Se l'azione della Democrazia Cristiana fu ricondotta nei limiti imposti dalla gerarchia; non si. ri usci ad evitare la rottura lacerante col Murri ed i suoi seguaci.
In questa realtà politica, da molti punti di vista complessa e sfuggente, il Cor radini si muove con chiarezza di idee e serenità di giudizio, portando avanti l'indagine sulla base della stampa regionale dell'epoca direttamente legata o al movimento liberale o a quello cattolico e mediante lo studio dei risultati delle successive oon-s ulta zi orni elettorali. Le due analisi procedono parallelamente, completandosi e chiarendosi a vicenda.
Eppure, td termine del volume, permane nel lettore una certa insoddisfazione, in quanto l'indagine si limita ad essere esclusivamente politica . Lascia cioè in disparte tutto quel retroterra economico sociale e culturale che dovrebbe servire a rendere plausibili ed intelleggibili le singole manifestazioni a livello politico.
Il lavoro si conclude con un'appendice comprendente i dati analitici di tolte le consultazioni elettorali prese in considerazione, la ripartizione territoriale dei 17 Collegi politici marchigiani ed un'ampia bibliografia sulla stampa regionale del periodo studiato.
CABLO VERDICCI
FERDINANDO DE ANCELIS, Organi e organisti di S. Maria in Aracoeli; Roma, Convènto S. Lorenzo in Pani6perna, 1969, in 8", pp. 131. S.p.
Questo lavoro, come è ovvio, interessa soprattutto i cultori della storia degli strumenti musicali. Preciso e meticoloso, l'A. ha fatto uno scrupoloso esame dei documenti relativi ai contratti per la costruzione e la messa a punto dei vari organi della chiesa di Santa Maria in Aracoeli, tracciando poi, nella seconda parte del volume, una breve biografia dei principali organisti. È per noi, però, di particolare interesse soffermarci sulle continue notazioni di costume che infiorettano il lavoro e ci permettono dà avere nno scorcio inedito di vita romana dalla fine del Cinquecento ai giorni nostri. Citiamo solò un esempio per sottolineare la scorrevolezza e La vivacità di una narrazione che si potrebbe credere dedicata solo a problemi tecnici e, per questo, rivolta unicamente ad una ristretta cerchia di esperti: il Padre Pier/battista da Falconara fu uno dei più apprezzati organisti di Santa Maria in Aracoeli, ma, come l'A. precisa, alla base della sua decisione di venire a Roma dopo il 1860 non vi era il desiderio di suonare in una chiesa nella sede del papato, bensì l'intenzione di sfuggire al servizio militare. Quel che è hello è che, nonostante tutto, il servizio militare lo dovette fare in seguito, quando, dopo il 1870, gli Italiani giunsero a Roma. Allora la burocrazia funzionava perfettamente!
ROMANO UGOLINI