Rassegna storica del Risorgimento

FESTI LORENZO ; TRIVULZIO DI BELGIOIOSO CRISTINA ; MAZZINI GIUS
anno <1920>   pagina <83>
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Se un esame accurato e paziente degli innumerevoli scritti in cui ella trattò con stile nervoso di questioni politiche, filosofiche, religiose, sociali, ci conduce alla sicura conclusione che ella non fu se non un in­terprete intelligente, coraggiosa ed instancabile delle varie tendenze che si contrastavano allora il campo, se non l'eco di quanto spiriti elettissimi, coi qxtali ella aveva continua dimestichezza in Parigi od altrove, allora bandivano, le lettere rivendicano ciò che di suo vi fu nel pensiero, nelle azioni, nelle ispirazioni, senza che ad ogni passo si sia assaliti dal dubbio che si traduce in un sogghigno, o si concreta nella domanda : Quale amico devoto, o disinteressato am­miratore, o collaboratore stipendiato, le dettò queste pagine o gliele suggerì ?
Un collaboratore ella ebbe nelle sue lettere, che non fu né il buon storico Mignet, né il compiacente abbé Cceur ; ma solo il suo cuore, convulso per inesorabile malore, devastato dalle passioni, arso da am­bizioni, ma vibrante per ogni forma di dolore, ma dominato senza tre­gue, senza rivali, senza rimpianti dall'amore per l'Italia.
Amore vivo e schietto, non eroico. Kejla sua triplice corazza di donna bella, di discendente dei Trivulzio e di sposa di un principe di Belgioioso, ella poteva bravamente ed impunemente sfidare l'Austria che si accontentava, di volta in volta, di confiscarle i beni e di porle alle calcagna qualche odioso segugio perchè la di lei orma poteva ri­velare piste ben altrimenti pericolose e far scoprire ritrovi e congiure di ben altra natura che non fossero i convegni galanti e squisitamente ricercati, ai quali la principessa era solita convenire. Come nel giuoco d'amore ella suscitò ad arte fuochi e passioni solo per la gioia di sentir­sene illesa, cosi per l'ebbrezza di un pericolo si gettò in cospirazioni e in lotte che, se già da sole rimediavano, con una rumorosa celebrità, ai danni realmente subiti, ella ben intuiva non poter esserle fatali. Ohe se dovette a varie riprese,, vivere in gravi ristrettezze finanziarie per i confiscati beni, le ritrattazioni e, diciamo pure, lo suppliche da lei o per lei, da amici, rivolte al nemico per riavere le sostanze, gettano tutt'altro che -una luce eroica sulla sua genuflessa persomi ! Astuzie fine e quasi lodevoli per gabellare il Mettermeli, come vorrebbe l'indul­genza del Barbiti 1?) l Besipiseenze rese necessarie dalla forma di governo d'allora ohe non consentiva ai sudditi altro mezzo per avere
(1) B. BABBnsRA, Oj>. < pagt-ÌUtal'd. f prvnwpeasa Belgioioso, te ves, 1914, pag. 94.