Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO MOSTRE
anno <1972>   pagina <663>
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Vita dell'I alitalo
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mità di consensi, come la scuola ohe ricorda il Mazzini educatore politico del popolo italiano .
Il centenario della morte di Giuseppe Mazzini e la .-uà continua presenza sia nell'orazione ufficiale che nella seduta dell'Istituto per il Risorgimento, ha avuto un degno svolgimento, com'era doveroso por una città che partecipò attivamente alla epopea risorgimentale.
La sala era gremita ed erano presenti il preletto di Piacenza dott. Ovidio Nume­rico, il provveditore agli studi dott. Carlo Toscano, il presidente del tribunale dott. Giulio Piatti, l'assessore Benedetto Rosa per il sindaco, il comandante del presidio, colonnello Cilento, il generale Resta ano, monsignor Guido Tanuni per il vescovo, il presidente della Provincia dott. Fiorenzo Tosi, il comandante del gruppo carabinieri ten. col. Mario Fasan, il questore dott. Rendimi, il senatore Conti, il prof. Sidoli pre­sidente delI'Ass. naz. combattenti e reduci, il dott. Piero Castignoli direttore dell'archi' vio di Stato, padre Felice da Marcio e il dott. De Grazia della Deputazione di Storia patria di Parma il cui presidente dott. Bozzi ha inviato un telegramma, come il presi dente dell'Istituto del Risorgimento italiano prof. Ghisalberti .
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ROMA. D nostro Comitato, m unione con il Comune, ha organizzato un con* vegno mazziniano in Campidoglio nei giorni 19-21 novembre. Il convegno è stato aperto a nuove esperienze e. cioè, ha promosso anche una giornata destinata all'incontro con studenti e professori delle scuole secondarie superiori, per discutere su come è presen­tato Mazzini nei libri dì testo. L'esperimento è perfettamente riuscito, come ha dimostrato la vivacità delle discussioni e la larga partecipazione al dibattito di tutti i presenti. 'Diamo il resoconto dei lavori dalla Voce Repubblicana del 21-22 novembre.
e Mazzini a Roma, un complesso e tormentato rapporto che va dalla esaltante, seppure breve, stagione della Repubblica Romana al 20 settembre del 1870, alla profanazione monarchica , come ebbe a dire lo stesso Mazzini, dell'entrata in Roma della monarchia sabauda. Un rapporto in cui si riflette, sotto diverse angolature, non solo l'ampia tematica del pensiero mazziniano, ma anche la intera problematica del moto risorgimentale nei suoi contrasti di fondo ideologico-politici, nella complessità delle trame diplomatiche. Tenendo appunto conto dell'importanza di Roma nel moto risorgimentale e nella educazione spirituale di Mazzini e nella sua azione politica, i professori Vittorio Emanuele Giumella ed Emilia Morelli, i due relatori della seconda giornata dei lavori dell'interessante e ben riuscito Convegno di studi su Mazzoni e Roma promosso sotto l'egida del Comune di Roma e del Comitato romano dell'Isti. tuto per la storia del Risorgimento che si era inaugurato sabato pomeriggio con la prolusione del professore Ghisalberti, hanno tracciato nitidamente i momenti più sa­lienti del pensiero e dell'azione mazziniana in relazione al mito di Roma.
-Che cosa ha rappresentato Roma per Mazzini si è chiesto Vittorio Emanuele Ciantella nella sua relazione La terza Roma ? Mazzini giudica Roma come centro -necessario di rinnovamento spirituale e religioso. Dopo il 1849 Mazzini continua a so* stenere che da Roma sola può muovere una nuova religiosità, una nuova idealità. La religiosità è un elemento fondamentale nella componente spirituale e morale di Maz­zini; Giumella nella sna relazione e il vivace dibattito che ne e seguito (Ghisalberti, Di Porto, Maraldi, Talamo) hanno messo bene in luce questo elemento rilevante della personalità mazziniana sia sotto l'aspetto generale sia particolare e opportunamente ci si è soffermali anche a individuare la portala dell'influenza che alcune correnti reti giose, come il giansenismo, hanno esercitato sulla personalità mazziniana.
Ma se l'elemento religioso assume un ruolo rilevante nella formazione spirituale e morale di Mazzini, occorre tuttavia rimarcare che la religiosità mazziniana non fu mai fine a se stessa, non si esaurì in un atteggiamento personale, in una sorta dì misticismo non agganciato alla realtà, ma fu invece un elomento determinante della uà concezione morale e spirituale di rinnovamento della società: si concretizzò, in