Rassegna storica del Risorgimento
FESTI LORENZO ; TRIVULZIO DI BELGIOIOSO CRISTINA ; MAZZINI GIUS
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1920
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EMILIA IU3GIS
Ma, rumata con l'armistìzio di Salasco la superba speranza che fl Trentino potesse per forza di esercito acquistare la propria indipendenza, sopravvisse nei Trentini l'illusione che per virtù di trattati potesse almeno il loro territorio venire sciolto dal legame federale che lo riuniva alla Germania, e mentre a tale intento nella seconda metà del mese di agosto il ben noto Prospero Marchetti presentava a nome dei profughi dei suo paese un pro-memoria al marchese Cesare Alfieri di Sostegno, presidente del Consiglio dei ministri del re di Sardegna, a Gino Capponi, capo del Gabinetto toscano ed agli ambasciatori inglese e francese presso la corte di Torino, il giovane Lorenzo Pesti cercava di far patrona della santa causa la principessa di Belgioioso che, non sappiamo come da lui conosciuta, spiegava allora, in Parigi, un'attività straordinaria in favore dell'Italia.
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La franca e sollecita risposta della principessa ohe offre incondizionatamente il suo aiuto, ci dà la prova Bioura che ben aveva colpito nel segno Livio Marchetti negando, contrariamente a quanto avevano asserito altri storici, la sua partecipazione personale alla spedizione dei corpi franchi nel Trentino durante l'aprile e il maggio (1) del 1848. Lo storico sagace non portava a sostegno della sua recisa esclusione che gli errori addirittura fantastici in cui era caduta la Belgioioso nell'articolo La guerre dans le Tyrol italien da lei pubblicato nella Bevue dee deux mondes* del 15 gennaio 1849. Noi ora possiamo aggiungere, in base alle lettere da lei scritte nella seconda metà del '48, che ella era affatto nuova alla questione : cosa questa che non può stupirci quando si ricordi che il Gioberti stesso in una sua lettera, scritta per dimostrare l'utilità della formazione di uno statò monarchico nell'Alta Italia, aveva omesso il Trentino nell'enumerazione degli stati e delle province che avrebbero dovuto far parte di questo regno.: quando si pensi che i governi provvisori della Lombardia e del Veneto avevano concessa l'istituzione di comitati trentini a Brescia, a Milano ed a Padova solo col patto che non dessero pubblici segni di esistenza. L'unico pubblico segno che fosse allora concesso a questi nobili fratelli nostri, si era quello di battersi eroicamente fra le file degli eserciti regolari o volontari e di eroicamente morire.
(1) Op. eit., vok I, pag. UJ,HPjbfc.