Rassegna storica del Risorgimento
GALLETTI GIUSEPPE
anno
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1973
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pagina
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Alberto M. Ghisalberti
Se l'illustre Italiano che noi abbiamo sempre amato, stimato e difeso ogni qual volta ne occorse bisogno, aprirà gli occhi in tempo risparmierà alia comune patria qualche nuovo dolore e non andrà a rischio di macchiare la sua purissima fama, acquistatasi col sacrificio, colTeroismo, coll'onestà.
Io confido a voi questi miei pensieri a sfogo del rammarico che provo per gli suesposti fatti deplorabili fatene uso prudente soprattutto, e dopo letta la presente vogliate mandarla a Torino al nostro amico è bene che egli ne sia informato.
Qui tutto ramina bene finora la dimostrazione dell'altra sera fu cosa insignificante perché fatta da un branco di marmocchi e da due o tre adulti scalzi però io ho notato che in vari punti erano rapanelli di gente sospetta pronta ad entrare in scena se una pronta repressione non disperdeva quel nucleo inconsapevole di quel che faceva. Parecchi arresti vennero fatti di gente che voleva pescare nel torbido. Ma io tremo per l'avvenire poiché se questo popolo cominciasse a stancarsi, guai; noi avremmo delle scene di sangue da inorridire. Bisogna conoscere questi paesi per misurarne l'estensione del pericolo. Ma l'energia di Farmi e di Fanti, di questi due uomini benemeriti della patria, è una diga che ci assicura contro l'irrompere delle passioni. Li assista Iddio. "
State sano etc.
Giuseppe Galletti
Desidero che l'illustre Garibaldi si ritiri nel suo poderetto di Caprera e si tolga da tutte le influenze e possa conservare così il suo prestigio che è tanto prezioso: locché non potrà fare restando costà.
Nessuna delle vie tentate conduceva il Galletti alla meta tanto sospirata, tornare, in qualche modo, sulla scena a rendersi utile alla causa in cui credeva. Il censimento degli amici dava risultata sempre più modesti, il sottile e drammatico giuoco politico di quei giorni non aveva spazio per lui. Di qui il suo accentuato pessimismo:
Conosceva di già l'opuscoletto [Le Pape et le Congrès], di cui aveva avuta una copia in francese da Parigi. L'apparizione di esso, le dimissioni di Walewsk-i, la nomina di Thouvenel, e il contegno di Napoleone mi danno fondata speranza che sia una volta finita la dominazione temporale del papa, ma prima che finisca, presagisco guerra: il risultato di essa, se, come credo, sarà favorevole a Francia e Inghilterra, il papa resterà il papa, ma il re se ne andrà a spasso.
Quanto a sé, non si sarebbe recato a Genova prima dell'agosto, <c neppure gli eventi polìtici potrebbero darmi occasione di muovermi perche so per prova quanta sia la cura di quelli che seggono sull'altare nell'Italia Centrale di allontanarmi da ogni ingerenza .2)
1) Ved. ENRICO BorratcAOt, Cronaca di Bologna* voi. 11 (1849-1859), a cura di Aldo Berseli, Bologna, Zanichelli I960, p. 536.
2) Ad Angelo Rizzoli, Monte vecchio, 18 gennaio 1860, in MAIOM, C. G. nella sua corrispondenza ecc. cit., p. 1942.