Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA PORTOGALLO
anno <1973>   pagina <28>
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CONTRIBUTI PORTOGHESI ALLA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
Va riconosciuto al Portogallo il inerito di valersi spesso, per le proprie rap­presentanze diplomatiche all'estero, di persone di stadio e di coltura. Ne è duplice prova, in questi anni, la scelta dei due suoi ambasciatori in Roma.
Si tratta di Armando Martina Jan e ira. accreditato presso il Quirinale, uomo di lettere, fine scrittore, studioso dei rapporti fra la tradizione culturale del prò-prào paese (e dell'Europa) e quella del Giappone (e di tutto l'Estremo Oriente), dove ha rappresentato il Portogallo per molto tempo prima di essere assegnato a Roma.
E si tratta di Eduardo Brazao, accreditato presso la Santa Sede, la cui opera di storico merita particolare segnalazione in Italia. L'attenzione dello storico Brazao per l'Italia non è che un aspetto anche se uno dei più importanti della sua attività, la cui caratteristica è appunto quella del diplomatico che ritiene proprio compito completare la missione ufficiale con la ricerca e lo studio consentiti e offerti dalle circostanze, per contribuire a un'ulteriore conoscenza della storia: della storia nel senso più ampio della parola, dalla politica alla cultura; e di tutti i paesi, in primo luogo comunque di quella del proprio, in sé e nei rapporti di esso con gli altri, a cominciare ovviamente da quelli con cui il Portogallo ha avuto rapporti diretti lungo i molti secoli delle sue vicende gloriose.
Ci si rende conto pertanto come e perché le pubblicazioni del Brazao trat­tino argomenti sparsi nel tempo e nello spazio, dal medioevo ad oggi, e dall'Africa alla Cina e dal Belgio al Canada, oltre che le vicende interne del proprio paese, fra le quali comunque uno straniero è naturalmente portato a considerare con maggiore interesse quelle in cui il Portogallo si mostra, magari sia pure non più che episodicamente, in contatto di incontri o di scontri con altri paesi. La figura che forse più ha interessato il Brazao a questi effetti è quella di uno dei re più significativi del suo paese, quel Giovanni V che, avendo regnato per quasi tutta la prima metà del Settecento, si preoccupò di aprire gli orizzonti cul­turali del Portogallo sul resto d'Europa in genere e sull'Italia in ispecie: e fu arcade dell'Arcadia Romana ( Pastor Albanus ). per la quale, e noto, fece eri gere a proprie spese sul Gianicolo, nel Bosco Parrasio, un sontuoso palazzo che sarebbe poi divenuto sede dell'Accademia stessa (fra i molti lavori del Brazao su quel re è il D. Jorio V e a Santa Sé).
Appunto soprattutto all'Italia e alla sua storia il BrazSo è legato da sempre, idealmente e affettivamente. In Italia vive ora per la quarta volta, dopo di esservi vissuto, in tre periodi precedenti, come borsista a studiare documenti dell'Ar­chivio Valicano, come secondo segretario dell'Ambasciata presso la Santa Sede, come ambasciatore presso il Quirinale. E la sua attività di studioso in Italia si è andata polarizzando e approfondendo nell'interesse per l'Ottocento, in due aspetti diversi ma complementari: l'attenzione del Portogallo per l'Italia in quei decenni decisivi per il nostro paese, e i rapporti del sno paese con la Santa Sede. Ha cioè dedicato e dedica le proprie energie alla ricerca e alla pubblicazione di documenti da cui risultino illuminati, o ulteriormente illuminati, quei due aspetti di un'epopea la cui densità di avvenimenti comporta possibilità continue di sco­perte e di valutazioni anche sostanziait.