Rassegna storica del Risorgimento
CONGRESSI NAPOLI-CAPUA 1972; DEMOCRATICI ITALIA 1860-1862; ITAL
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Renata Composto
Non vi ho scritto, trovando inutile dirvi che qui non ri poteva, non si voleva far nulla... La catastrofe d'Aspromonte non ha niutato l'aspetto della città. Anzi stasera Toledo è più popolato dell'altra sera. È cosa da disperare di lutto e di tutti (n. 5718).
Ce da trarne, comunque, l'invito a non generalizzare troppo presto, a non dare valore assoluto, totale, alle indicazioni di carattere positivo che pur possono trovarsi in altre lettere. Darò qualche cenno anche di queste.
Ho già dato notizia, nel saggio su / democratici dall'Unità ad Aspromonte (Firenze, 1967) dell'elenco di associazioni esistente fra le arte Bertani e tralascio di citare, dalla stessa cartella 46, le varie lettere nelle quali Saverio Fri scia dava conte dell'attività ch'egli andava svolgendo ih Sicilia attraverso la società unitaria palermitana, avendole utilizzale per altro scritto a questa specificamente dedicato. Aggiungo che questo secondo gruppo di lettere non è molto nutrito, né, peraltro, i dati positivi diversamente da quelli negativi ci offrono altra documentazione che la semplice testimonianza dell'adesione all'A.E.I. ed alle sue iniziative e qualche nominativo. Non ci è consentito, quindi, di trarne valide indicazioni sulla propagazione del movimento democratico in rapporto alle condizioni strutturali dell'ambiente. Non ci è dato, ad esempio, come avviene per le lettere provenienti da centri del Nord, di incontrarci in una lettera interessante come quella del medico condotto di Seregno, Luigi Ripa, lettera indicativa e per la professione dell'autore e per il contenuto, nella quale, in una prosa alquanto esaltata, si raccomanda la medicina comunale in nome del progresso e se ne additano come prìncipi la Sanità, l'Istruzione, le Armi le Ferrovie, ma soprattutto vi si sostiene che la propria visione del progresso è anche un modo di riconoscere la proprietà del lavoro dell'operaio delle campagne (lettera del 24 maggio, n. 5645).
Troppo noti sono i firmatari delle lettere provenienti da Napoli, per essere qualitativamente indicativi: si tratta, infatti, di lettere del Gambuzzi (del 21 maggio, con 18 dichiarazioni di adesione, anche di filiali: n. 5624; del 29 giugno: n. 5670) e del Mignogna, a nome del Comitato centrale per le province meridionali dei Comitati di Provvedimento, e di una lettera del Nicotera (del 16 luglio, n. 5697). Quest'ultimo scrive a Mario di avere avuto contatti con il lafari-niano conte Ferri ed assicura il proprio impegno per gli accordi presi in casa Bertani (è ozioso ricordare che Garibaldi è già in Sicilia), ma soprattutto assicura che lo spirito pubblico è favorevole a Garibaldi e che i principi sabaudi sono stati accolti freddamente. Ovviamente, come si è detto per la lettera del De Boni, anche sulle generalizzazioni del Nicotera è prudente avanzare qualche riserva.
Da Caserta in. 5611 e n. 5616), con la protesta contro il proposito rattaz-ziano di limitare il diritto di associazione e con la notizia di una trasmissione di quote (20 maggio) ci vengono i nomi di Alfonso e di F. Ri spoli, rispetti* vamente presidente e segretario della società unitaria. Da Capua (lett del 21 maggio: 5627, e lett. del 25 maggio: 5647), ci viene il nome di Emilio Girardi, del Circolo popolare. Da Vescovado (N orerà inferiore) ci viene, con la lettera del 23 maggio (n. 5638), il nome di Leonardo Cui lavelli e di altri. Da Pilligli ano (o Rutigliano?), con la lettera del 26 maggio (n. 5650), ci viene il nome di Giuseppe Del Drago. Da Rutigliano (n. 5660) il segretario della locale emancipa" trice, G. Ghiaia, ed altri, si dichiarano solidali a Garibaldi per i fatti di Brescia e Sarnico e chiedono di seguirne gl'istessi destini .
A giugno, da Bari, a segno della crisi denunciata anche dal Ventrella, Gin-