Rassegna storica del Risorgimento
UNIVERSIT? ITALIANA AUSTRIA
anno
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1973
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pagina
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68
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68 Angelo Ara
mentre una soluzione Trieste era esclusa per motivi di carattere politico-nazionale. Ma l'ordinanza di settembre non realizzava nessuno dei presupposti necessari ad una definizione della Universitatsfrage: non poneva termine all'impossibile convivenza di italiani e tedeschi a Innsbruck,J) e non dava ai corsi italiani una sede posta in un'area linguisticamente e culturalmente italiana. comprensibile quindi come di fronte ad una decisione così ambigua si levassero immediatamente aspre critiche. La socialista Àrbeiter=Zeitu.ng offre l'analisi più meditata e penetrante dell'ordinanza governativa, inserendola nella prassi politico-nazionale del ministero Korher. Non volendo costituire la facoltà in una città italiana, né potendo porla permanentemente in una città tedesca, il governo è ricorso ad un provvedimento provvisorio, che non attenua per nulla la tensione. Ancora una volta il governo ricorre, nella sua incapacità decisionale, ad uno e Politile der kleinen Mittel , che tiene in vita, e rende anzi più acuti, quei contrasti nazionali che asserisce di voler superare. Il provvedimento sulla facoltà italiana a Innsbruck è un altro esempio di quella immobilità, di quella stagnazione, che incombono sulla vita politica dello Stato absburgico e spingono alla ricerca di vie traverse invece che all'adozione di interventi risolutori,3) volti ad arginare i danni prodotti dalla lotta e dall'odio nazionale. Anche l'asserita impossibilità di creare mediante decreto-legge una nuova facoltà italiana, ed il ricorso invece all'ordinanza per un provvedimento di separazione di corsi esistenti, maschera ad avviso dell'organo socialista dietro pretesti di legalità costituzionale, una profonda irresolutezza politica. Il governo è solito ricorrere al paragrafo 14 per varare provvedimenti infinitamente più importanti di quanto lo sia la creazione di una facoltà universitaria. Quindi secondo la Arbeiter= Zeitung il deciso rifiuto di ricorrere all'ordinanza nasce dal fatto che l'autorità governativa teme di creare un precedente e di trovarsi così esposta ad una serie di rinnovale rivendicazioni universitarie slave che nell'assenza di una qualsiasi prospettiva globale in materia di politica nazionale si troverebbe incapace di affrontare. Manca nel foglio socialista una qualsiasi indicazione degli strumenti, concreti idonei al superamento della crisi, e sono forse sottovalutate le difficoltà obiettive che il governo si trovava davanti; ma vi è una diagnosi implacabilmente lucida del nodo dell'università italiana nel quadro delle contraddizioni politico-nazionali dell'Austria nei primi anni del secolo.
Negativo sulla Verordnung governativa era anche il giudizio della Nette Freie Presse.*) Il grande organo viennese rilevava come il governo avesse additato due soluzioni: una, Rovereto, sulla quale esìsteva un'unanimità di dissensi, l'altra, Innsbruck, che suscitava molteplici e fondate obiezioni. Veniva lasciata da parte Trieste, che era l'unica scelta valida, in quanto ogni altra proposta non avrebbe fatto che tenere in vita la Universitatsfrage, e renderla più acuta. Riconoscendo il significato centrale eoe la richiesta dell'università a Trieste aveva nel programma nazionale degli austro-italiani, la Nette Freie Presse sosteneva che l'università a Trieste era condizione indispensabile per legare gli austro-
) Nella citata interviatu alla Tribuna, von Korber dimostrava ili sottovalutare tì problema della nonvi velista di studenti italiani e tedeschi nella città tirolese, rito-.nendb che taso potesse essere risolto con hi separazione dei locali delle due facoltà . con l'uso del buon senno da un fwuie e dall'altra.
2) Arbeiter=Zeitung, 28 settembre 1904.
3) Soggettivamente n scrìve: e Sia die Regierungl weìss immer Wege inni Auttkiinfte, aie legt die Honde ideiti in don Schoss .
4) Nette Freie Preme, 27 e 28 settembre 1904, Morgenblatt.