Rassegna storica del Risorgimento
UNIVERSIT? ITALIANA AUSTRIA
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1973
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Angelo Ara
squilibrio esistente tra i due grappi nazionali. Verrebbe quindi rafforzata, contrariamente all'interesse statale, l'egemonia italiana nella zona adriatica, mentre gli slavi sarebbero spinti dall'ingiusto trattamento loro riservato ad intensificare la propria azione nazionale. In tal modo non solo si renderebbe più acuto il conflitto nazionale sulla costa adriatica, ma si aprirebbe la via ad ulteriori rivendicazioni sud-slave, le quali non sarebbero più limitate alla polemica locale, anti-italiana, ma sarebbero dirette contro il governo e l'elemento tedesco, acqui* stando una dimensione statale. Un altro tasto delicato viene toccato dall'organo cristiano-sociale: esso ritiene che un'università monolingue, posta al centro di una terra mistilingue, avrebbe attirato anche studenti non italiani.
Questa frequenza di studenti slavi avrebbe inevitabilmente dato luogo ad una consistente pressione slava a favore delFutraquizzazione dell'università ita* liana a Trieste, in modo che in pochi anni si sarebbe verificata una situazione del tutto analoga a quella presentatasi a lnnsbruck.
Si tratta di un problema complesso e suggestivo, che la Reichspost ha il merito di sollevare nel quadro di un'analisi che, anche se si muove in una prospettiva chiaramente rivolta a conservare gli equilibri esistenti, ha un'ampiezza di spunti che non ha riscontro nelle altre voci della stampa tedesca.
Ma accanto a questi temi più specifici esaminati dal foglio cristiano-sociale, c'è un altro motivo che sta alla base del rifiuto di larghi settori dello schieramento politico tedesco ad acconsentire alla creazione dell'università italiana a Trieste, e che costituisce anche il tema sul quale più a lungo indugia von Korber nel suo discorso al Reichsrat dopo i fatti di lnnsbruck. '>
La costituzione di un'università italiana a Trieste significherebbe consegnare la capitale commerciale ed il grande porto della monarchia absburgica ad una delle nazionalità austriache, e mettere così in pericolo la compattezza stessa dello Stato.
Emerge da queste prese di posizione il ruolo che Trieste ha occupato nella Donaumonarchie. Se Vienna, la Kaiserstadt, ha rappresentato sotto l'aspetto cui* turale, dinastico e burocratico il punto di fusione della monarchia, Trieste ha avuto, quale simbolo dell'unità economica del bacino danubiano proiettato verso il mare, un valore unitario inferiore solo a quello di Vienna, ma forse più ancora di Vienna è stata città che tutti i popoli della monarchia hanno in una certa misura sentito come propria.2) All'inaugurazione della Adria-Austellung> a Trieste nel 1913, il Luogotenente principe Hohenlohe dirà esplicitamente che Trieste apparteneva alla popolazione austriaca nella sua totalità e non poteva essere monopolio di una singola nazione. Unitamente agli altri motivi che abbiamo cercato di lumeggiare: preoccupazione di non alterare gli equilibri nazionali esistenti e timore di alimentare tra gli italiani le spinte centrifughe, il con
ti SJUt, AJi XVII. Sessione, 28L Seduta, 17 novembre 1904, pp. 25283-88. Il dibatti parlamentare è analizzalo in A.A.E.P.. Autrichc-Honprie, Nouvelle Serte, tomo 13, n. 119, 19 novembre 1904.
2) Cfr. CARLO ScmmiKii, Trieste e Vienna* in Trieste* 1966, n. 75, p. .14. A testimoniare ulteriormente il Mellificalo politico e senti montale ehe Triesti! ebbe per l'Austria, a fieni bra che siane particolarmente suggestiva e importanti le espressioni che u.-erù la /Vene Freie Pretto, nel momento del Zusnminonhruch dello monarchia, quando perviene a Vienna hi notizia della perdita di Trieste: die Empfindung aines verlorencn Krieges ist nie w> cbmerzUch gewe*en wi: beute. Nudi diesem Ereignis fiat der Wnhkrieg aiirh don letzten Situi fiir una vorloren , in Nette Freie Presse, 2 novembre 1918.