Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1973
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pagina
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101
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Libri e periodici 101
Goder hot l rhe scrive la prefazione, affianca mio la ri ceri'a dell'A. a quella consimile del gesuitu Sierra .uva per la Spagna) dimostra largamente rome lo Stato ecclesiastico non. abbia ratto eccezione tira quelli cattolici d'ancten regime neli'arcogliere con diffidenza a livello di governo ed ostilità nell'ambito della pubblica opinione i religiosi francesi insermerités, e condannati come tali dulia Legislativa alla deportazione, tra il maggio e l'agosto 1792, in quanto sospettali anch'essi di connivenza rivoluzionaria, un'identificazione ribaltata, per cosi dire, del màio della grande nation cosi caco al Godechot, dinanzi a cui si definisce un sanfedismo ante lilterum, un mieogallismo istintivo ed indiscriminato, la cui documentazione costituisce il pregio maggiore di questo lavoro.
Pio VI e lo Zelada, per la verità, si erano preoccupati assai per tempo del delicato problema posto dalla costituzione civile del clero anche nella prospettiva di un'eventuale drastica cottura, delegando fin dal dicembre 1791 alla supervisione delle faccende concernenti l'ospitalità do concedere ai sacerdoti francesi ribelli un per-sonaggio d'alto affare rome il Calappi (le cui numerose, ed assai dettagliate e precettive circolasi in proposito vengono dall'A. integralmente riprodotte in appendice).
Ma è con la Convenzione e la repubblica, naturalmente, e quindi con l'autunno 1792, che l'impostazione persecutoria della Legislativa consegue risultati effettivamente di massa, nella comune coscienza dell'irreversibile distacco che si è ormai operato tra Chiesa e rivoluzione, sicché poco meno di duemila persone si aggiungono in un paio di mesi alla primitiva emigrazione di circa trecento elementi.
L'episcopato è tutt'altro che ben disposto a collaborare con Caleppi, vuoi per motivi obiettivi (il cattivo raccolto di Gubbio}, vuoi soprattutto per motivi di ordine pubblico, ohe fanno Cernere ài contagio rivoluzionario (Fabriano amante di novità, facile a sollevarsi e ad insorgere , Fano dove il fuoco cova , secondo le informazioni del vescovo, che l'A. avrebbe fatto bene a specificare nell'intransigentissirao Se-veroli, coadiuvato da due personalità tutt'altro che moderate, Come rispettivamente il Casti gli oni 'vicario generale ed il Testaferrata governatore).
Caleppi detta norme sempre più rigorose, affronta con successo il nuovo problema sollevato nel corso del 1794 dall'espulsione decretata a Torino e Firenze a danno del olerò emigrato, ma, lo ripetiamo, persino il carovita viene dallo spirito pubblico caricato a responsabilità di ecclesiastici che, di massima, non si suddividono se non per un paio di elementi per convento (le disposizioni in merito sono molto severe, ed arieggiano un vero e proprio domicilio coatto) e non superano mai le tremila unità in tutto lo Stato.
Questi ecclesiastici provengono per più di tre quinti dalla Provenza, dalla Lin-guadoca e dalla regione di Lione, secondo la norma costante che vuole remigrazione indirizzata verso i paesi più vicini ed accessibili, in una psicosi di panico e di salvataggio affannoso facilmente comprensibile.
"Rati non vivono che dell'onorario delle messe, seguono uno stile di vita rigorosamente monastico, sono severamente sorvegliati negli spostamenti anche all'interno della diocesi assegnata, donde di massima non possono uscire, tanto meno per recarsi a Roma (qui la preoccupazione politica è evidentissima), vengono nutriti alla meglio ha una situazione sodale generalmente assai depressa (su Corneto ed Anagni i rapporti vescovili sono effettivamente allarmanti), si inseriscono insomma in un'atmosfera tesa e vessatoria, che soprattutto in alcune zone, come le Marche meridionali, meriterebbe di venir indagata a fondo, solila traccia che ci porge l'A., e nella prospettiva inconfondibile della esaltazione di Monaldo Leopardi (una famiglia, questa, che è direttamente a contatto con preti francesi a Macerata, ed anche ciò dovrebbe precisarsi). In queste distrette, e nell'atmosfera consuetamente deprimente e sfibrante del-remigrazàone, la vita di questi ecclesiastici trascorre tra crescenti difficoltà, malgrado qualche istituzione di rilievo in loro favore (una cassa di sussidio, di cui è tesoriere un personaggio di spicco, il Della Porta) finché, dopo qualche assaggio episodico e localizzato (Tolone), il ritorno in patria assume un'andatura sistematica all'indomani di Termidoro e, a sua volto, dimensioni di massa dinanzi alle arati napoleoniche, si da potersi considerare praticamente concluso alla vigilia di Marengo, sempre pernia-