Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1973
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pagina
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106
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106 Libri e periodici
rendo le condizioni di vita dei suoi contadini. Contemporaneamente approfondisce i suoi studi e pubblica ut libro sul dogma cattolico. La sua attività di scrittrice è notevole, dalla teologia olla filosofia, dalla storia alla narrazione di usi e costumi di popoli lontani. Fonda o patrocina giornali .politaci e da sua penna è sempre al servizio dei suoi ideali.
Negli anni che precedono il '48 esalta nel Piemonte retto dallo scettro di Carlo Alberto il promotore dell'indipendenza nazionale . Più tardi l'amarezza della sconfìtta la porta a scrivere al Thierry : . voglio ai sappia ch'io ho rotto col re di Sardegna e col principio monarchico. Con la repubblica andremo incontro ad agitazioni interminabili, ma non ci resta altro (p. ISO).
Aiocorre a Roma durante la repubblica e Mazzini la nomina direttrice generale degli ospedali ponendola a capo del Comitato di soccorso ai feriti. Caduta Roma si reca in Oriente e solo nel 1856 rientra a Milano. Trova la situazione italiana profondamente eambiata e le speranze degli Italiani di nuovo accentrate nel Piemonte. Quando gli avvenimenti maturano riprende a scrivere articoli politici consigliando e criticando l'operato degli uomini di governo in Italia, mentre cerca, in Francia., di conquistare l'Opinione pubblica alla nostra causa.
Gli ultimi anni trascorrono sereni e vedono la principessa impegnata ad approfondire i problemi politici e sociali dell'Italia unificata.
Possiamo concludere con le parole dell'autore : Noi dobbiamo vedere in lei la patriota ardente, costante, intrepida sostenitrice del diritto dell'Italia a divenire nazione. Questa sua vocazione la fa cospiratriee contro l'Austria, dominatrice della parte più alla dell'i mellettualiià francese, scrittrice, realizzatrice di opere sociali per i lavo-ratori, attivista politica, giornalista, improwisatrice e direttrice di ospedali, viaggiatrice e in certo modo colonizzatrice. Ella fu donna di azione e di pensiero (p. 10).
ANNA MARIA ISASTJA
G. MAZZINI, Scritti politici, a cura di TERENZIO GRANDI e AUGUSTO COMBA (Classici della politica, 26);; Torino, U.T.E.T., 1972, in 8, pp. 1139. L. 14.000.
Nell'incessante proliferare di pubblicazioni volte ad illustrare la figura, l'opera, il pensiero di Giuseppe Mazzini sulla scia di quell'infallibile richiamo che è sempre costi. mito da una data celebrativa quale è, nella fattispecie, un centenario, questa antologia di Scritti politici, che vede hi luce nella collana dei Classici della U.T.E.T. a cura di Terenzio Grandi e di Augusto Comba, rappresenta senza dubbio nel suo genere il pezzo migliore, quello in cui la serietà dell'impostazione e l'accuratezza della selezione predominano largamente cosa che avviene molto di rado, sulla occasionalità del fatto editoriale.
A chi mai può essere proposta una nuova scelta di scritti politici di Giuseppe Mazzini? >, ai chiede il Grandi in apertura di una Prefazione che l'antica consuetudine spirituale con l'Esule rende ricca di pathos, che è qualcosa di più di quella semplice ammirazione che egli con istintivo pudore afferma di nutrire da decenni nei confronti di Mazzini. All'interrogativo è egli stesso a rispondere: Pensiamo agli uomini nuovi della nostra società, i giovani che nelle scuole han saputo frammentariamente qualcosa di Mazzini e desiderano conoscerne meglio il pensiero e l'azione; pensiamo perché no? agli uomini già innanzi nella vita, che di lui lessero poco o niente, ai quali sia stato indicato come efficace il messaggio da lui recato al mondo e vogliano, alla luce delle proprie esperienze, controllare se ciò risponde al vero, in una società i cui aspetti mutano con rapidità impressionante . In una società, si può magari aggiungere, tanto impregnata di materialismo da rendere estremamente labile la speranza che il messaggio di colui che predicò la legge del dovere x>ossa ancora trovare un terreno fertile sul quale fruttificare; in una società, d'altro canto, che distrugge con troppa rapidità i suoi attuali punii di riferimento ideologici perché si possa credere che un pensiero, da molti considerato come superato già all'indomani del 1872, riesca oggi ad esprimersi a livello