Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
<
1973
>
pagina
<
110
>
110
Libri periàdici
permanenza delle truppe francési in Rnmn, l'atteggiamento fi eli e autorità pontificie, i rapporti, con altre potenze ecc., ai precisava sempre meglio, anche per i contraccolpi in Francia, ài tipo di intervènto francese compiuto nello Stato pontificio, nel quale indipendentemente dal motu-proprio sulle riforme (pp. 347, 417) e sull'amnistia (p. 399), dalla proposta di un congresso europeo o dalla dichiarazione di neutralità garantita dalle grondi potenze (p. 314) venne alla fine restauralo l'assolutismo ponti* fido, stando alle dichiarazioni inglesi e francesi circa la piena e assoluta libertà lasciala al pontefice (p. 426); secondo l'auspicio di una completa opera di restauro e di pacificazione, al di là della vittoria riportata dalla causa pontificia all'Assemblea legislativa di Parigi, dei cambiamenti di governo, del prestito Rothschild ecc., rimaneva il grosso problema del riti.ro delle truppe francesi e del ritorno del papa a Soma, dell'organizzazione di un'armata pontificia; così di pari passo sembrano correre le vicende in Francia, dove Luigi Napoleone prepara la sua e dittatura personale , e in Roma dove si realizza una restaurazione nel clima dell'assolutismo e della reazione. Giustamente di Fatica conclude: Così del primitivo programma della diplomazia francese non restano che l'intervento armato a Roma, configurato, secondo uno schema inaugurato da Luigi Filippo, come una sorta di contrappeso alla preponderanza austriaca in Italia, e l'appello al Papa di Luigi Bonaparte per una maggiore inditi-gonza nei confronti dell'ala moderata dei compromessi nella rivoluzione romana (p. XI). Ben diversa la strada che avrebbero preso piò tardi gli esponenti del movi-mento liberale e democratico in esilio o in Piemonte, durante il decennio di preparazione .
RENATO GIUSTI
Le relazioni diplomatiche fra la Gran Bretagna e il Regno di Sardegna, IH seme: 1848-1860, voi. IV: 27 gennaio 1852-10 gennaio 1855, a cura di FEDERICO CURATO (Fonti per la storia d'Italia, 88); Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1968, in 8, pp. XVI-390. L. 5.000.
Anche se con ritardo, rispetto alla data di pubblicazione, ci sembra doveroso segnalare il presente volume circa le relazioni diplomatiche fra Gran Bretagna e Regno di Sardegna, proprio perché prendendo in esame la prima fase dell'attività diplomatica di James Hudson in Piemonte dopo la missione A.berer omhy, in anni assai difficili post '48/49 fornisce una cospicua scelta di materiali che servono a integrare altre raccolte, e in particolare II carteggio diplomatico di Sir James Hudson, edito a cura di Federico Curato nel 1956. 11 volume, relativo al 1852/55, e fondato sui documenti di vari archivi (Public Record Office, Bodleian Library, Rovai Archives of Windsor), è veramente importante sia per il periodo considerato, sia per le figure degli uomini politici e dei diplomatici inglesi, amici dell'Italia, sia infine per le implicazioni di carattere intemazionale concernenti la questione d'Oriente, la guerra di Crimea e la partecipazione piemontese aUa guerra medesima. Ha ben ragione dunque di affermare il Curato che i documenti raccolti riguardano la grande politica (anche se non trascurano alcuni problemi minori) mettendo in evidenza le grandi linee della politica inglese verso il Regno di Sardegna in un momento particolarmente significativo per il consolidamento del liberalismo cavouriano all'interno, e per il graduale reinserimento del Piemonte nella politica europea dopo il nodo storico del 1848/49.
Mentre per altri volumi delle medesime relazioni diplomatiche ci permettiamo di rinviare a precedenti recensioni (cor. Rassegna storica del Risorgimento, a. LVI, 1969, pp. 500-502; ibidem, pp. 705*707), per il presente si deve rammentare che l'arrivo del nuovo diplomatico coincide con il connubio, la ascesa politica del Cavour e con l'avvia del grande ministero che avrebbe portato alla seconda guerra di indipendenza. Fin dalle estrazioni di Lord Granville (p. 23) e dai primi colloqui con Vittorio Ema-nuele TI e con gli uomini politici piemontesi, James Hudson comprende da un lato la difficile posizione diplomatica del Piemonte sia verso la Francia sia verso l'Austria ed altri Stati italiani, e dall'altro la necessità che le due potenze liberali procedano