Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1973
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pagina
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113
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Libri e periodici 113
principalmente nel nord e in qualche zona del centro dell'Italia, corrispondevano in tale ramo degli aspetti dì profondo squilibrio in otte le regioni del Mezzogiorno e nelle isole.
Neil affrontare poi, in modo particolare, ì problemi della tecnica, sono interessanti a tal proposto alcune proposizioni de ITA. in cui si afferma, fatta eccezione per alcuni mulini-modello, la debole consistenza, in tale periodo, del fenomeno di ammoderna-mento dell'industria molitoria, nella quale coesistevano in uguale misura e l'energia del vapore e l'energia idraulica, non essendo riuscita la prima giammai a soppiantare la seconda; e altrove viene affermato inoltre che in tale industria non si era riusciti neppure a risolvere il problema della trasformazione degli impianti, ossia a ottenere il passaggio da una macinazione a palmenti a quella a cilindri, e che tale situazione si presentava come fenomeno del tutto autonomo di fronte all'impiego della nuova fonte di energia (pp. 138-139).
Nella seconda parte (pp. 157*238) l'A. affronta la delicata questione della tassa sul macinato, la quale introdotta nel 1868 per sopperire allo stalo di necessità della pubblica finanza, doveva suscitare un vespaio di polemiche non solo sull'opportunità della sua applicazione, ma anche sul modo con cui veniva applicata e riscossa, ossia in base al quantitativo della produzione calcolato da speciali congegni, i cosiddetti calcolatori meccanici, sostituiti in molti mulini [dove l'installazione di tali apparecchi non era possi bile o risultava difettosa I da agenti governativi incaricati di procedere de visti all'accertamento del prodotto ( p. 169). Oltre alle critiche che venivano rivolte all'interno del sistema, non mancarono altre che si collegavano a considerazioni economiche o politiche di carattere generale e la pia incisiva tra tutte si basava sulle considerazioni che la tassa sul macinato, procedendo in modo preminente all'aumento del costo delle farine e dei loro derivati, costituisse una remora per un più rapido sviluppo economico del paese (p. 161). La sensibilizzazione in tal senso da parte degli uomini responsabili, che incominciò ad aversi dal '76 in poi, doveva sfociare dopo alcuni anni nella disposizione legislativa che aboliva la tassa in questione, con il pieno riconoscimento della assoluta preminenza dell'opportunità civile e sociale di abrogare la tassa sul macinato, data la natura del provvedimento [istitutivo] che sembrava riflettere una concezione retriva dei rapporti di classe, magari tanto più iniqua in quanto serviva a consolidare un ordinamento politico, giuridico ed economico estraneo, secondo alcuni storici addirittura avverso agli interessi delle masse contadine che erano i ceti più colpiti dall'imposizione della tassa (ibid.). Dopo una disamina sul modo di applicare la tassa, che avveniva attraverso le indicazioni dei contatori mecca* mei e gli ingegneri del macinato, considerati gli unici interpreti di tali congegni, l'A. passa a trattare dell'aspra polemica ohe era insorta tra i mugnai e il fisco a proposito degli ingegneri stessi, riportando i vari punti di vista espressi dagli interessati alla polemica medesima, ossia gli imprenditori da un lato e gli ingegneri dall'altro, e inoltre effettua una profonda analisi sulla relazione redatta dal presidente dei mugnai tedeschi Wyngaert, il quale a mo* di conclusione alla sua indagine osservava come hi tassa sul macinato fosse l'unica causa dello scarso sviluppo dell'industria molitoria italiana (p. 238).
Nella terza parte infine (pp. 239*342), cui segue alle pp. 343-391 un'appendice documentaria, viene affrontato tutto quel complesso di problemi annonari insorti tra il 1860 e il 1880 con L'evidente scopo di evidenziare, da un lato la coeva elaborazione di principi di ordine generale, enunciati per superare la stagnante situazione econo* mica, e dall'altro quei provvedimenti concreti posti in essere per correggerla. Sotto il primo profilo sono da considerarsi:
le polemiche insorte tra gli organi della classe dirigente sull'opportunità di adattare alla situazione italiana un sistema improntato al liberalismo oppure al prote*
sionismo ;
la lenta penetrazione nelle coscienze delle più alte sfere politiche e dei responsabili del governo del concetto espresso dal teorici circa il danno che un errato indirizzo fiscale, come quello allora vigente imperniato fn modo preponderante sulla tassa sul