Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <115>
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Libri '.6. periadici 115
del Consiglio provinciali! alla morte del consigliere per il mandamento di Cartiglio, Agostino Moschetti) al 1925 quando, con la Min espulsione dalla presidenza, ci con* sunto sino in fondo la crisi dello Slato liberale nel Piemonte meridionale.
11 Consiglio provinciale di Cuneo ai rivelò un interessante banco di prova per la politica giolittiana. In questa cede l'uomo di Drenerò mostrò chiara mente il ano modo di concepire la prassi della democrazia liberale, rivelando una particolare arrendevo*' lezza agli interessi dell'affarismo privato cui peraltro non riuscì neppure a far corri­spondere nn adeguato beneficio per hi provincia. La linea giolittiana , cristallizzando l'amministrazione nell'assolvimento di compiti rigidamente delimitali, senza lasciare margine ad innovazioni che rilanciassero la funzione pubblicistica dell'istituto provin­ciale, favori lai neutralizzazione politica del Consiglio ed il suo potenziamento quale strumento di manipolazione delle clientele tramite la destinazione di movimenti di capitali e l'appalto dei lavori in facoltà della Provincia .
Eletto Giolitti presidente del Consiglio provinciale nel 1905, sempre più si andò confermando quella collusione tra dirigenza politica e potere economico che, mentre rendeva impossibile l'assorbimento delle spinte sodali provenienti dallo sviluppo evo­lutivo della società stessa, andava esasperando motivi di frattura e di incomprensione di classe che avrebbero trovato il loro sbocco naturale nelle vie extralegali del fascismo.
Se Giolitti ebbe il merito indiscusso di aver dato stabilità al potere in provìncia, tanto che neppure la sconfìtta della linea neutra] istica del 1915 e neppure l'ascesa del fascismo riuscirono ad aver -ragione del ridotto ni oli iti uno se non passando attra­verso i giolàttiani stessi , non si può dimenticare, osserva i'A., che il conseguimento della stabilità non si tradusse nell'espressione di una vera forza politica. Cosicché, quando nel 1925 Giolitti si vide esautorato dai suoi stessi consiglieri, dovette subire le prevedibili conseguenze di quella politica di allineamento dei corpi locali alle diret­tive nazionali che egli aveva ereditato dalla classe di governo risorgimentale e tra­sformato in norma, svuotando sempre più gli enti locali di originale significato politico.
Con quest'opera A. Mola, non solo contribuisce a ridimensionare ulteriormente la figura del dittatore democratico , ma chiarisce in maniera esemplare, nel corso di nna documenta titsima ricerca, la funzione specifica e la collocazione storica de LI'am­ministrazione provinciale di Cuneo nel contesto dialettico delle forze politiche ope­ranti in provincia e fuori.
ANNA MARIA MII.ONE
Le origini del movimento operaio e contadino in Italia, a cura di ALBERTO POZZOLINI-; Bologna, Zanichelli, 1971. in 16, pp. 196. L. 1.200,
Nell'ambito delle Letture storiche che la casa editrice Zanichelli va pubbli­cando nelle due serie di documenti e di antologie di scritti su singoli problemi sto­rici, il presente volumetto, diligentemente curato dal Pozzolini, affronta il problema delle origini del movimento operaio e contadino in Italia nel sec XIX, mettendo a profitto quel che è stato edito negli ultimi decenni nel nostro paese, sulla base di una scelta che in larga misura si può condividere (anche se un'antologia si presta, per la sua stessa natura, a prospettive differenti e a critiche talora non disinteressate). Pre­ceduto da una introduzione nella quale viene impostato il problema, il volumetto risulta diviso in tre parti : un quadro generale con scritti di Chabod. Procacci, Romeo e Candeloro; un capitolo relativo a problemi di metodo, con saggi di Romano, Mana­corda, Soboul, Caracciolo, Del Carri a; una terza parte sulla ricerca storica, con scritti di Sereni, Ragionieri, Spriano, Morandi, Candelore, Merli, Alatri, Della Perula. Una serie -di appendici alla fine di ogni capitolo, suggerimenti per ulteriori letture ed una cronologia completano il volumetto, dui quale vorremmo ricordare la parie conclusiva dell'introduzione : Credo superfluo sol t ol i neare per il lettore i limiti e la provviso­rietà della raccolta : essi sono oggettivamente presenti in una realizzazione di questo tipo e probabilmente ineliminabili ; ma qui particolarmente evidenti quale risultato, onestamente dichiarato, della tensione Ira le convinzioni politiche, di parte, faziose ,