Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <116>
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Libri e periodici
tutl'altro che al di sopra della mischia, del curatore dell'antologia e il suo sforzo con­dono non solo di rendere credibile la realtà del quadro delineato, ma addirittura di non contraddirla, di non deformarla, di rispettarla criticamente (p. 16)*
RENATO GIUSTI
ALBERTO AQUABONE, Alla ricerca dell'Italia liberale; Napoli, Guida editore, 1972, in 8, pp. 356. L. 3.500.
Il dibattito storiografico sulla storia del potere nell'Italia liberale tende ad arric­chirsi progressivamente non solo per le indagini sulla dimensione istituzionale ed orga­ni zzatdva dello Stato nato dal Risorgimento, ma anche per le ricerche sul comporta­mento e sulle scelte operate, spesso insieme, dalla classe, politica e dalla burocrazia. Cosi la stessa vicenda dall'Unità al fascismo viene ad assumere il carattere di una sto­ria della gestione del potere da parte della classe dirìgente, dei mezzi impiegati e dei fini perseguiti in un quadro che, spesso trascendendo ormai l'Indagine dei fatti storici, assume il tono di una prospettiva di contenuto essenzialmente politico.
Che questo abbia postato frequentemente ad una sorta di attuali zzazione della problematica risorgimentale e postrisorgimentale in chiave di un aggancio pressoché immediato con la tematica politica del nostro tempo è un fatto scontato; ma che, an­dando ben oltre il lìmite ed al senso di una bistorta filiti temporis, taluno abbia voluto necessariamente derivarne, come ipotesi storiografica, la valutazione negativa dello Stato liberale risorgimentale sorto cento e più anni fa sotto l'accusa di aver generato, con il suo stesso modo di essere, tutte le deficienze, le manchevolezze e gli errori de­stinata ed emergere successivamente e ad essere condannati come tali solo adesso, ap­pare quanto meno privo di logica. Di fronte a simili posizioni, quanto mai opportuna appare la sollecitazione di Alberto Aquarone che, puntualizzando un retto metodo di valutazione nel saggio Alla ricerca delVItalia liberale, l'ultimo tra quelli raccolti nel libro dallo stesso titolo, ha mostrato come sia necessario valutare forme e contenuti di quella storia al lume delle idealità e delle aspirazioni proprie alla società ed alla classe politica del tempo, facendo finalmente giustizia dei troppo facili schemi della storiografìa di tendenza e delle attuali forzature di certe mode culturali. Non sembra più verosimile né troppo regge al vaglio della critica la tesi di coloro che, nella ricerca delle origini del fascismo in un passato remoto costituito dall'età risorgimentale, hanno voluto attribuire alle deficienze, alle disfunzioni, alla cattiva amministrazione dello Stato creato dalla Destra storica, la fonte prima del suo disgregarsi di fronte al fascismo e talvolta, addirittura, una delle cause della dittatura mussolinisma. A prescindere, in­fatti, dalla antistoricità di un simile assunto, già peraltro largamente contestato dalla nostra migliore storiografia, assunto che mostra ormai solo la tendenza a irrigidirsi in sterili capi d'accusa intorno ai quali si vanno cristallizzando i luoghi comuni della più banale polemica politica . ai deve sottolineare sempre con l'Aquarone che questo tipo di interpretazione contribuisce a mantenere ai margini dell'indagine e della comprensione storiografica alcuni dei tratti più significativi del processo/ di sviluppo della moderna società italiana. Ed è proprio per reagire a questa interpretazione faziosa e distorta degli eventi che accompagnarono lo sviluppo della vita postunitarìa, che l'Aquarone invita a ripensarne alcuni dati essenziali: il punto di partenza rive­lante una società chiaramente sottosviluppata in larghissimi suoi strati ed in vastissime zone con conseguente immaturità politica della maggioranza delle sue componenti; la scarsa potenzialità economica del paese ed i numerosi squilibri che ne determina­vano un precario assento sociale; il dubbio, abbastanza diffuso, Bulla capacità del nuovo Stato di oprowfverc e, soprattutto, di mantenersi saldo nei suoi ordinamenti liberali e costituzionali. Ed è partendo da una simile base che egli vuole prospettare come elemento essenziale di valutazione l'intéro cammino percorso durante la storia unitario, cammino che lui portato la nazione ad un livello sicuramente più allo di quello raggiunto dai paesi dell'area mediterranea, alla quale l'Italia nelilu sua più gran