Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
<
1973
>
pagina
<
121
>
Libri e periodici 121
La serie delle illustrazioni si apre con lauree e Croce, un accoppiamento che ai contemporanei sarebbe Apparso poco meno che stravagante, ina che, visto in prospettiva, simboleggia la forza ed il fallimento della ri vi Ita tramontala con Sarajevo, la comunilà internazionale elle cede il posto alla dimensione planetaria, il cosmopolitismo soppiantato dflill'initernazionalismo, non semplici giuochi dì parole, ma modificazioni profonde dà realtà e di coscienze, una cittadinanza, una civitas, un cosmos, che non hanno più ragion d'essere in un disordine drammaticissimo e dilacerato che va cercando tuttora faticosamente la sua strada.
L'origine del disordine è a Vienna, nella lezione antiserba e nella < cambiale in. bianco tedesca: ed è notevole che un vecchio neutralista (ma per motivi giolitlia-munente tecnici, senza infatuazioni germanafile d'alcun tipo) come FA. apporti: espressamente questa sfumatura, questo squilibrio, all'interno della < bilancia degli errori >, accanto, si capisce, alle provocazioni di Poincaré o della mobilitazione russa, ma con un'incidenza più complessa, più remota, veramente meditabile, oggi, in tempi di no* stalgie neo-asburgiche e mitteleuropee più o meno stromentalistiche (e questo conferma la vitalità empirica dell'europeismo dell'À., senza anacronismi impossibili e vagheggiamenti carolingi).
E gli eroi tragici dell' illimitato , della sovrapposizione di una dimensione totalitaria a quella umana, del culto fanatico dell'assolutezza, della e soluzione finale , si moltiplicano e distribuiscono equamente nell'Europa insanguinata, ma con una luce più -livida (Schlieffen, il recentemente forse troppo giustificato e rivalutato Bethmann) nel campo degli Imperi Centrali, fino alle storture ed alle contorsioni austriache, che forniscono la manifestazione quasi plastica di una lotta disperata per la sopravvivenza, fino alle aberrazioni culturali di Mann (un'altra pagina che andava scritta, e ci voleva la severità austera dell'A. per farlo) ed ai bagliori apocalittica di Ludendorff, in cui sembra veramente di vedere tralucere le prime fiamme dell'ideologia nazista.
Europa dell'irrazionale, dunque, e, da parte soprattutto dell'Intesa, Europa manichea, degli eletti e dei reprobi, irrimediabilmente spezzata in due tronconi non più di classe e non ancora di razza, in cui la forza si camuffa ancora ottocentescamente da giustizia: una Europa la cui disorganizzazione verrà codificata a Versailles, presa di coscienza dell'impossibilità di padroneggiare una situazione traboccante da ogni lato, ma pretesa d'irreggimentarla esteriormente, di gerarchizzarla sotto gli orpelli del socie* tariamo e della pace, un vestito troppo stretto per un gigante in crescita rapidissima, la cui ombra si sparge per tutta ha terra, la massa, le turbe nemiche dell'antisioricàsnio nella visione agghiacciata di Croce alla vigilia degli anni trenta, e che Salvatorelli ha invece imparato a conoscere e ad intendere in un quarantennio di operosa milizia culturale, fornendocene oggi la storia, che è dolorosa e sanguinosa non meno di tutte le nascite di nuove religioni (Salvatorelli lo sa benissimo) alla luce di una libertà che sto* ricisticamente non è e non può essere sempre la stessa.
RAFFAELE COLAPIETRA
Il Cardinole Gasparri e la Questione Romana. (Con brani delle Memorie inedite), a cura di GIOVANNI SPADOLINI (Quaderni di Storia, 231; Firenze, Le Mounier, 1972, in 8, pp. X-366. L. 3.500.
Con la pubblicazione di una scelta delle Memorie inedite del card. Pietro Gasparri (parzialmente anticipate sul fase. 2050, ottobre 1971, della Nuova Antologia, pp, 159*209), Giovanni Spadolini ha dato un nuovo contributo alla storia dei rapporti fra Stato e Chiesa in Italia; contributo da cui, al pari che dagli altri suoi precedenti e ben noti, non potranno più prescindere gli studiosi dell'età risorgimentale per un giudizio storico. I documenti, che Spadolini ci presenta, sono frammenti di una (più ampia) testimonianza biografica; ma essi sono altresì, come lo stesso Spadolini sembra suggerire nella sua introduzione, che copre tutta hi Parto Prima del volume (pp. 1-83), una rappresentazione esemplare di quella, che si vorrebbe chiamare la ragion di Chiesa in analogia alla secentesca ragion di Staio . Cosi scrive infatti il curatore, nel defi*