Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <123>
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Libri e periodici 123
fra Gì oli iti e i cattolici. E va subito detto, che fra Gaspare! e Gioì il lì non vi fu, e non sarebbe stato possibile che vi fosse, alcuna inteso, anche se tacita. Come scrìve il Se­gretario di Stato pontili ciò, il signor Gioliui non avrebbe mai consentito là ricosti­tuzione di un principato civile del Pontefice neppure nei limili di un francobollo . Gaspara fu un tipico cardinale politico al servino della ragion di Chiesa, apparte­nente n quello stesso genere di cardinali legali, che in ali ri secoli i pontefici mandavano a governare in Romagna o nelle Marche; e Gi fili Mi non fu invece un ministro di corte, osservante della ragion di Stato. Il cardinale polo così intendersi meglio col cav. Benito Mussolina, uomo provvidenziale , come in adiri tempi un suo predeces­sore si sarebbe messo d'accordo con un capo di fazione o con un condottiero di bande armate in Romagna. Non avrebbe potuto incontrarsi, sol terreno delle concessioni re­ciproche, con un altro nomo di religione, come era a suo modo, sia pur laico e liberale, eoa serietà e riservatezza (si direbbe, con pudore civile), Giovanni Gioiteti.
Abbiamo così efiorato la famosa questione romana , ohe è, come indica il titolo, il motivo conduttore del libro (ma non certo il solo motivo di risonanza e d'in­teresse). Va tuttavia avvisato il lettore che sull'argomento specifico, il libro riserva una grossa delusione : e cioè, nel testo dattiloscritto consultato da Spadolini, man­cano completamente i numerosi e certo minuziosi capitoli dedicati i rapporti con l'Italia fascista (p. VT). Si tratta di una dolorosa mulilazione , spiegabile certa­mente per motivi di ragion di Chiesa. Si è invece tacitamente consentii la pubbli­cazione di altre pagine scottanti, come quelle relative al caso Benigni : sorpren­dente vicenda ecclesiastica di quella, che lo stesso Gasparri definisce scandalizzato: una associazione di spionaggio al di fuori e al di sopra della Gerarchia, non esclusi i Cardinali; cosa inaudita nella Chiesa! (p. 115). Cosa invece, come assai noto, urlila e risaputa nelle recenti cronache politiche della Repubblica italiana.
Alle pagine mancanti, seguono quelle (riprodotte nel volume) dedicate alle celebrazioni per l'Abbazia di Montecassino, dove il Cardinale Legato giunse il 26 aprile 1929, accolto dalle bande militari, le quali intonarono l'Inno Pontificio, la Marcia Reale e Giovinezza (p. 305). Vi fu un corteo composto di ricche berline, tirate da quattro cavalli, con postiglioni e staffieri in parrucca (p. 307). Dal Palazzo Abbaziale, il Cardinale, rivolto alla folla nella piazza, impartì la benedizione; in risposta, verso di lui si levano " alala " potenti, si inchinano le bandiere e si ten­dono le mani romanamente (p. 309). infine, la giornata culminante delle manifesta­zioni: a frotte i popolani, con tutti i mezzi, anche a piedi, ascendono al monte di dolcezza e di benedizione (...) mentre le automobili delle autorità si susseguono ve­loci (p. 322). Da questa descrizione, stesa nello stile dei cronisti di giornali di provincia dell'epoca, riemerge colla mescolanza di sacro e profano il clima scenico della Conciliazione, Laterano foedere perfecto, come disse, con togata eleganza, Pacclamatio pronunziata in. onore di Gasparri a Montecassino.
VITTORIO FROSWI
ALBERTO M. GHISALBERTI, Maestri e compagni di stradai Città di Castello, Tifemo Grafica, 1972, in 8", -pp. XX.I1-I13. Fuori commercio.
L'Autore rievoca quindici eluda òsi italiani e stranieri che gli sono stati in vario modo e in vario tempo maestri o gli hanno dimostralo amicizia: Henri Bédaridu, Geor­ges Bourgin, Ernesto Buonainti, Federico Chabod, Nino Cortese, Gaetano De Sancita, Francesco Ercole, Giovanni Ferretti, Alessandro Lazio, Leopoldo Marchetti, Walter Maturi, Amedeo Moscati* Michele Rosi, Cesar Vida!, Gioacchino Volpe. La prefazione fa da sfondo ai profili e H collèga idealmente.
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