Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECHE ; ROMA
anno <1920>   pagina <118>
immagine non disponibile

118
BlBUOGtt/UriA
Tale è, secondo A.;, il filo conduttore, l'essenza spirituale sempre viva e continuativa del pensiero di Federico di Gentz. In questa vita lunga e varia; lo spirito è sempre vigile attraverso i mutamenti, indici di laboriose crisi e recanti in sé nuovi germi di sviluppo e di sapienza pratica. Il discepolo di Kant porta nel congresso di Vienna fra l'urto delle passioni la calma del filosofo, l'imperativo categorico dello spi­rito. Dalla filosofia alla diplomazia.
Non ha esagerato l'A, in questo suo sforzo di stabilire una conti­nuità persistente sotto Una realtà fenomenica cosi mutevole e appari­scente? Talora il dubbio affiora tra le distinzioni che s'impongono all'A. stesso tra il diritto delle genti e la saggezza politica (ch'è poi la saggezza del Principe di N. MaeMavelM* o di Federico II), tra il Genbz pubblicista giuridico e il Gentz diplomatico.. Altrove piti chiaramente l'A. dà ragiono ai suoi predecessori meno sintetici, quando scrive che il Gentz non è più l'uomo del suo sistema (pp. 201-204): che le sue let­tere sono null'altro che lo specchio delle idee del Metternich, (p. 224), del quale egli non è più che un redattore abile (p. 228, e pp. 263-26.4):, e dove infine vuol distinguere nettamente il pensatore dall'uomo ora­zione.
Oltre a queste incertezze, che scoprono troppo la innegabile per quanto rattenuta tendenza apologetica deUa .nuova Revocazione-del Gentz, lo studio soffre- di una certa asprezza e opacità di stile che rende il libro gravoso e plumbeo alla lettura
Fatte queste necessarie riserve, siamo grati all'A. di aver richia­mato la nostra attenzione sul focoso pubblicista, che sovrasta, nel­l'intimo della sua coscienza politica, alle burrasche che sconvolsero la fine e il principio di due secoli Alieno da vani misticismi, forte delle sue convinzioni cosi da abbandonare senza troppa preoccupazione la sua patria, da rendersi gradito, egli protestante, a S. M. Apostolica l'imperatore d'Austria, da attingere dalle sue convinzioni la certezza della rovina del colosso napoleonico quando maggiormente grandeg­giava la sua potenza, e da tenersi quasi sempre lontano dagli eocessi opposti. Gli ultimi anni tranquilli del Gentz, passati tra gli agi e le mollezze dei salotti austriaci, rappresentano come la calma dopo la tempesta. Che la moralità, dell'uomo privato si presta indub­biamente critiche, la sincerità dell'uomo politico 'appare superiore
a ogni sospetto.
Ghinde lo studio una discreta bibliografia é'nn indice dei nomi
PAOLO NEGRI.