Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECHE ; ROMA
anno <1920>   pagina <125>
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proprio tornaconto personale. Il sentimento della patria italiana sorse e si sviluppò nell'orbita della rivoluzione francese. Le riforme del sette* cento contribuirono a rinnovare la coscienza nazionale, ma senza la rivoluzione e senza il dominio napoleonico l'Italia non sarebbe ri­sorta così presto. Nel risorgimento italiano l'originalità del movi­mento fu sacrificata alla rapidità con cui si compì. Tutto ciò è ormai acquisito al patrimonio delle nostre conoscenze storiche, e non v'è ragionamento che basti a distruggerlo.
G. PALADINO.
R. BRATTI. Antonio Canova nella vita artistica privata (da un car­teggio inedito). Venezia, a spese della B. Deputazione, 1919, pp. 172.
Il riformatore dell'arte italiana nel XYIII secolo, il grande scufei tore che Pietro Giordani, ramico suo carissimo, chiamava col tìtolo di al/omo, ci appare, in questo lavoro, nella sua vita artistica privata, attraverso le lettere da lui dirette alTarcliitetto Gian .Antonio Selva, conservate nel Museo Correr di Venezia.
Le lettere di Antonio Canova, esaminate dall'A., che ne riporta i passi salienti e vi attinge sicure notizie biografiche, sono spesso scor­rette, ma sempre spontanee ed interessanti per io studioso e vanno dal 1780 al 1820 : comprendono, cioè, quarantfanni della sua vita. Cosi, per esse, segniamo l'opera del Canova dal momento in cui il Senato Veneto gli conferisce un'annua pensione, affinchè si possa recare a Roma a perfezionarsi nella sua arte. r*
Bai primo gruppo modellato nella città che era stata il suo grande sogno Teseo seduto sul Minotauro ucciso al monumento sepol­crale a Papa Bezzonico, è una continua ascensione del giovane artista, tanto valente quanto modesto. Il quale, alTarmuirazione espressagli per questo capolavoro dall'architetto Selva, per tema ohe i suoi elogi possano lusingarlo, preferisce gli dica che gli resta tanto spazio da per­correre che, per quanto si affaticherà, sarà sempre m Pigmeo vicino alle hele me, E per non lasciare le belle cose -d'Bafi. aveva rifiu­tato l'invilo di Caterina II ad andare m-Bussisi*