Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
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1973
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439
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Le carte Danzetta
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a farsi apertamente notare tra il grappo dei giacobini che avevano accolto i Francesi al momento della loro prima occupazione di Perugia, dal 16 febbraio al 24 marzo 1797. Incarcerato e rilasciato dopo poco tempo, nonostante fosse ormai ben conosciuto dalla polizia pontifìcia, contìnua a rappresentare il Collegio della Mercanzia ed è nella suprema magistratura del Comune quando i Francesi occupano per la seconda volta la città, nel febbraio 1798. Fabio è tra i 17 municipalisti eletti dagli occupanti, coinvolto nel febbrile lavoro di introdurre innovazioni di ogni genere; ma non resta a lungo in città, perché il 5 marzo 1798 gli giunge notizia di recarsi a Roma, dove ai trova ascritto tra i tribuni: nomina che lo riempie di soddisfazione, ma anche di perplessità e preoccupazioni (Lettere diverse, B. 15, lettera di Fabio Danzetta a Giacomo, 17 marzo 1798). Partecipa ai lavori dell'Assemblea,') ma la corrispondenza di questo periodo con. il fratello non è di rilevante importanza: non se ne può dedurre quali ambienti frequentasse ed è anche difficile approfondire le sue idee sugli avvenimenti politici o militari. Comunque è proprio questa quasi totale assenza di sforzo da parte sua per far comprendere ciò che sta alla base del nuovo regime che ci permette una prima valutazione, valutazione in parte negativa, perché lo coglie Impreparato e forse non perfettamente consapevole del significato degli avvenimenti che sta vivendo.
-Allo scoppio della reazione, Fabio ed il concittadino Rosa sono costretti ad un penoso viaggio a piedi verso Perugia, che non è stata neppure sfiorata dalla invasione napoletana, anche se la situazione non è certo migliore, in quanto il fenomeno dell'insorgenza sta ormai dilagando in tutta la sua drammaticità.
Arresasi la città ai primi di agosto del '99 alle truppe austro-aretine, subito vi iniziano i processi contro i 362 prigionieri politici. Fabio si trova nella sua casa, confidando nella protezione della contessa Angela degli Oddi, ma il 4 agosto viene rinchiuso nelle carceri di S. Tommaso. Il 23 agosto è tradotto in Arezzo nelle carceri di S. Giusto, con altri patrioti, tra cui Annibale Mariotti, e da questo momento in poi, fino alla scarcerazione, avvenuta nel novembre 1800, tutta una serie di lèttere al fratello sono un'utile testimonianza dei suoi sentimenti e delle sue condizioni (Lettere diverse* 8. 15). L'impressione generale che se ne ricava è che, nonostante le sofferenze del carcere, egli mantenga una certa tranquillità e sicurezza, derivanti dal fatto che confida nelle alte protezioni che potrebbe sfrattare attraverso la sua famiglia, rimasta legata al governo pontificio (dando-cosi origine ad un doppio orientamento >, tipico di molti nuclei familiari delio-Stato pontificio: funzione di equilibrio che permette di sopravvivere a tutte le esperienze ed avversità politiche), e che spera nel fatto di non essersi particolarmente esposto durante il regime repubblicano. Il 30 gennaio 1800 viene trasportato in Perugia, rinchiuso in S. Tommaso, dove resta fino al novembre dello stesso anno: poi, improvvisa, giunga la grazia (2 novembre). E, altrettanto improvviso, un nuovo arresto, nella notte tra il 13 e il 14 dello stesso mese, e il trasferimento a Roma. Quali i motivi della nuova prigionia? Nonostante la vasta documentazione, costituita da un cospicuo numero di lettere inviate a Giacomo da Fabio (Lettere diverse, B. 15) dall'avvocato difensore Antonio Bri zi e da un
i) V. DEGLI AZZI, Gli Umbri nette Assemblee della Patria, m Arclùmo storico dot Risorgimento umbro, a, VHI ('1912), JJ, 102 sgg.; T. CASINI, ti Parlamento detta Repubblica Romana del 1798-99, in Rauena storica del Risorgimento, n. IH (1916), pp. 517-572.