Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
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1973
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441
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Le carte Daiizetta
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mento del Trasimeno Spoleto e non Perugia {Lettere diverse, B. 15, lettere di Fabio Danzetta a Giacomo, 6 febbraio e 2 maggio 1810); è evidente che il Daiizetta non prende diretta posizione con i Francesi su questa delicata questione, anche se è possibile avvertire il suo dispiacere nel vedere la propria città declassata. Inoltre, la corrispondenza Danzetta-Cesarei per tutto il 1810 è piena degli echi della lotta, sempre più dora, che si sta combattendo tra il papa e Napoleone e che dà orìgine a frequenti sintomi di inquietudine e malcontento contro i Francesi, soprattutto nelle campagne. 11 rapido succedersi delle leggi ecclesiastiche è fonte di imbarazzo e di cautela per Fabio, atteggiamento che non sembra nascere solo dalla consapevolezza delle reazioni negative che i provvedimenti suscitano nella regione, ma anche da un intimo travaglio di coscienza e di sentimento, che si manifesta in svariati episodi e situazioni {Lettere diverse, B. 15, lettere di Fabio Danzetta a Giacomo, da Spoleto, 30 maggio, 5 giugno, 12 giugno, 15 giugno 1810; B. 21, varie lettere di Giulio Cesarei a Fabio, per il 1810). Le lettere che il Cesarei invia al Danzetta ogni due o tre giorni offrono, inoltre, un quadro abbastanza ampio dell'attivi là del nuovo ceto dirigente e della vita cittadina: informa l'amico sulla situazione in Perugia e ne chiede aiuto, consigli ed interventi presso il prefetto Roederer. E cosi il Danzetta, pur restando a Spoleto, è pienamente immerso nelle questioni della città natale, lavora con entusiasmo, fiducioso nei miglioramenti che la nuova legislazione sta apportando in tutto il paese. Innumerevoli sono i problemi su cui è richiesto il suo intervento, problemi magari secondari e di carattere strettamente locale, ma ugualmente importanti, perché ci mostrano per la prima volta l'adesione al regime napoleonico e l'efficienza sia pur con alcuni limiti di questa nuova classe burocratica e, di riflesso, quel senso di rinnovamento e vitalità che penetrano in ogni settore della vita cittadina, scuotendola dal torpore che le era proprio (flettere diverse, B. 22, lettere di Giulio Cesarei a Fabio per il 1811,1812 e 1813).
Durante questo periodo Fabio viaggia molto, ma si limita a brevi gite a Perugia; proprio riferendosi ad uno di questi soggiorni nella città natale, A. Rossi,. autore di una sua biografia nel già citato Albero genealogico della Famiglia Danzetta, afferma che vi istituì una scuola di massoneria . Che egli fosse massone è confermato: al momento della grande restaurazione pontifìcia, da Firenze scrive al fratello pregandolo di far sparire tutti i Diplomi, e bigiù, appartenenti alla Massoneria {Lettere diverse, B. 15, lettera del 5 aprile 1816). E c'è un'altra testimonianza risalente al 26 settembre 1814: è un documento firmato dal parroco Vincenzo Fittaioli, nel quale il Danzetta, evidentemente preoccupato dal crollo dell'impero e desideroso di tirarsi fuori dai guai, chiede d'essere assolto dalle censore, incorse per essersi aggregato alla Società chiamata dei Liberi Muratori .;* (Parte amministrativa, B. 13, XXIII, e. 3). È un atto significativo anche per quanto riguarda il suo atteggiamento politico: egli avverte netta la crisi del regime e cerca di cautelarsi, per non ripetere l'esperienza del 1799. Prudente-mente ai reca a Firenze; si trasferisce poi a Bologna, ma scarsissima è la documentazione che abbiamo per tutto il corso del 1815 e parte del 1816. À partire dal 27 marzo 1816, invece, Fabio stesso racconta in due taccuini {Parte amministrativa, B. 18, II, 24-26, Libro primo de' viaggi di Fabio Danzetta del 1816 e Proseguimento del viaggio di Fabio Danzetta fatto nel 1816) le sue esperienze e le sue impressioni, raccolte durante un lungo viaggio all'estero intrapreso dal maggio al settembre dello stesso anno, attraverso Francia, Inghilterra, Olanda e Svizzera. I taccuini sono compilati in maniera generica e superficiale; egli non osserva con l'occhio critico di chi vorrebbe trovare l'eco delle passate